Una terza lettura il più veloce possibile del ddl sicurezza per accogliere le osservazioni del Colle e, in una diversa corsia, la nuova norma per le maggiori tutele legali per le forze dell'ordine. E' questa la strada maestra per l'esecutivo, al netto delle divisioni che si registrano nella maggioranza.
L'iter del ddl sicurezza e il progetto di una sorta di scudo penale per gli agenti in servizio hanno, infatti, mandato in tilt gli alleati di governo. Con la premier Giorgia Meloni stretta tra le non poche osservazioni del Colle, che sta alla finestra, e le pressioni di FI e Lega.
Le cinque segnalazioni arrivate dal Quirinale sul disegno di legge in questione l'avrebbero convinta ad aprire ad alcune modifiche parlamentari (e dunque ad una terza lettura alla Camera), ma la Lega in particolare si è messa di traverso: "Prima va approvato il ddl sicurezza, poi si fanno altri passi", dice il partito di Salvini.
Intrecciato a questo primo nodo, ufficialmente ancora non sciolto, c'è il tema delle forze dell'ordine: sembra poco praticabile la strada di un emendamento al ddl sicurezza (allungherebbe di troppo i tempi); resta quella di un decreto, o - più quotato - un altro ddl che abbia una corsia preferenziale.
Le osservazioni che il Quirinale ormai da tempo ha fatto pervenire al governo sono cinque: le Sim ai migranti; le donne incinte in carcere; la resistenza passiva in carcere; la lista delle opere pubbliche strategiche (contro cui diventa reato manifestare) che dovrebbe essere stilata dal Parlamento e non da un organo amministrativo; l'impossibilità di cancellare le attenuanti, lasciando solo le aggravanti, in caso di violenze contro la polizia. Punti su cui si sarebbe registrata la volontà di Palazzo Chigi di intervenire e che oggi tornano di stretta attualità. Se la maggioranza decidesse di non tenerne conto in ambienti parlamentari non si esclude che Mattarella possa rimandare il testo alle Camere, oppure che possa intervenire la Corte Costituzionale. Di qui l'input di procedere con una terza lettura, il più veloce possibile, per approvare il provvedimento possibilmente entro due mesi.
Poi c'è il fronte delle forze dell'ordine: fonti di governo spiegano che non c'è nessuno scudo penale, ma un meccanismo in base al quale in casi come quello del carabiniere Luciano Masini, che la sera di Capodanno è intervenuto uccidendo un uomo che aveva accoltellato 4 persone, non ci sia l'iscrizione automatica nel registro degli indagati del militare. Si ipotizzano forme di non immediata iscrizione nel registro degli indagati quando è evidente che l'appartenente alle forze dell'ordine ha usato l'arma di ordinanza nell'esercizio delle sue funzioni.
La Lega, intanto, accelera e presenta una sua proposta di legge sulle maggiori tutele per gli agenti in servizio: consentire l'accesso al gratuito patrocinio (un avvocato a spese dello Stato). Ma, al contempo, chiarisce come prima vada approvato il ddl sicurezza. "La nostra posizione è diversa da FdI - dice senza mezzi termini il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari -. Noi riteniamo che vada approvato senza modifiche". I rilievi del Colle? "Il dibattito alla Camera è stato lungo. Eventuali correzioni si possono sempre fare", risponde Igor Iezzi. Il Pd, per voce di Francesco Boccia, plaude alle aperture della "presidente del Consiglio e FdI" sulla modifiche del testo e avverte: "Vanno evitate accelerazioni. Non accetteremo nessuna forzatura sui tempi".
In caso di modifiche, le frizioni già registrate in passato tra Lege e FI sul ddl ingenerano nel partito di Meloni i timori per un allungamento dei tempi. "Se il governo vuole modificarlo a tutti i costi noi abbiamo proposte molto incisive", l'annuncio significativo di Massimiliano Romeo. E le opposizioni potrebbero alzare l'asticella dello scontro. Nel giorno in cui scoppia il caso Brescia, con alcune ambientaliste che hanno denunciato di essere state costrette a spogliarsi in Questura, un no netto allo "scudo penale" per le forze dell'ordine è arrivato da Avs, M5s e +E. "Ogni forma di protezione penale o di immunità di qualunque professione è ingiustificata", rincara il segretario di Antigone, Patrizio Gonnella. Mentre, l'organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp) chiede "uno scudo penale sull'uso legittimo della forza in carcere".