Cultura

Cannes: Totopalma, in testa Ceylan e Leigh

Bene anche Timbuktu di Sissako

Redazione Ansa

Se il Festival di Cannes si dovesse chiudere ora (a metà dei lungometraggi), la rosa dei film in corsa sarebbe davvero molto ridotta. Al top tre film. Su tutti WINTER SLEEP del regista turco Yuri Bilge Ceylan, epopea della steppa tra Bergman e Cechov che mette d'accordo tutti. C'è poi MR. TURNER di Mike Leigh, ovvero la storia del burbero e sanguigno pittore romantico inglese che ha però diviso i critici. Al primo posto per Screen non piace invece ai francesi di Le Film Francais. Grande l'interpretazione di Timothy Spall. Esattamente opposta la situazione di TIMBUKTU di Abderrahmane Sissako. Elogiato dai critici francesi, meno da quelli internazionali questo dramma resta un film pienamente in corsa per i premi maggiori anche per il tema forte. Ambientato nella città di origine Tuareg, il film mette in mostra, danni e paradossi di un gruppi integralisti che hanno imposto quasi una loro personale Sharia. Dopo questo terzetto tutto diventa più in ombra.

C'è THE HOMESMAN che vive in una sorta di limbo di giudizio che lo lascia sospeso. Ma c'è chi sta peggio. E' il caso di THE CAPTIVE di Atom Egoyan, thriller del regista canadese a sfondo pornopedofilo che non ha convinto; SAINT LAURENT di Bertrand Bonello salvato patriotticamente dai critici francesi, ma stroncato da quelli internazionali.

Il film argentino RELATOS SALVAJES di Damian Szifron come tutte le commedie che, nei festival vengono viste con sospetto, pur essendo piaciuto siai critici internazionali che a quelli di Le film Francais non sembra avere molte chance. Discorso a parte per LE MERAVIGLIE di Alba Roarwacher! unico film italiano in corsa pera Palma d'oro. Per questa epopea familiare post-ideologica si è creato un piccolo caso. I critici di Les Film Francais lo hanno stroncato dandogli il voto minimo (una stella sulle quattro disponibili), tranne inRockuptibiles che gliene attribuisce due. Diverso parere sul fronte internazionale di Screen che gli da una valutazione medio alta (alla pari di Timbuktu e The Homesman). Infine più che positivo il giudizio del critico de Le Monde che lo definisce un film "dolce e splendido", che, "ci annuncia che un altro mondo è possibile". Insomma un mistero.

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