Cultura

Tante iniziative, per non dimenticare

Il filo del ricordo tra cinema, teatro, mostre e concerti

Giorno Memoria: tante iniziative, per non dimenticare

Redazione Ansa

Oltre l'odio e la barbarie, affinché da quel filo spinato possa scaturire bellezza: tornano le iniziative legate al Giorno della Memoria per ricordare quanto male è stato fatto durante la Seconda Guerra Mondiale al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti e come sia possibile ricucirne le ferite.
    CINEMA: Due i film in uscita, uno alla vigilia (il 26) l'altro proprio nella ricorrenza del 27 gennaio. Si tratta di "Corri ragazzo corri" di Pepe Danquart, tratto dall'omonimo romanzo di Uri Orlev e ispirato alla vera storia di Yoram Fridman: al centro del film l'avventura vissuta per 3 anni dal piccolo Jurek, un bambino che, costretto a separarsi dai fratelli e dai genitori per salvarsi dai nazisti, trova rifugio nei boschi, imparando a dormire sugli alberi e a cacciare per nutrirsi. E' invece un viaggio nel mondo privato e nella personalità malata di uno dei più crudeli uomini del Nazismo il film di Vanessa Lapa, "L'Uomo per bene. Le lettere segrete di Heinrich Himmler": attraverso materiale d'archivio - fotografie, documenti e diari recuperati il 6 maggio del 1945 dai soldati dell'armata americana durante l'occupazione della casa di famiglia degli Himmler a Gmund - l'opera rivela ideali e pensieri del comandante delle SS, seguendo il filo delle sue lettere. Ancora cinema ma unito all'arte nella doppia iniziativa "Da Caligari a Hitler. Il cinema nella Repubblica di Weimar", in programma a Milano nello Spazio Oberdan dal 13 gennaio al 16 febbraio: quasi 20 titoli (tra cui in anteprima italiana il documentario di Rudiger Suchsland che le dà il titolo) per la rassegna cinematografica dedicata agli anni della Repubblica di Weimar (1918-1933) e una selezione di immagini nella mostra fotografica relativa all'espressionismo in voga in quel periodo.
    MUSICA - Grande concerto infine all'Auditorium Parco della Musica di Roma il 26 gennaio con artisti di fama internazionale: Ute Lemper, Francesca Dega, Francesca Leonardi, Roby Lakatos e Myriam Fuks interpreteranno "Tutto ciò che mi resta. Il miracolo della musica composta nei lager", una emozionante selezione di musiche scritte nei campi di concentramento, per ridare la voce a grandi musicisti deportati e spesso trucidati dai nazisti.
    ARTE - Il 18 gennaio (e fino al 12 aprile) presso la Sinagoga di Ostia Antica saranno i linguaggi artistici a interpretare l'omaggio alle vittime dell'Olocausto: l'appuntamento è con l'ottava edizione di "Arte in memoria", la rassegna biennale internazionale a cura di Adachiara Zevi, che coinvolgerà quest'anno gli artisti Ludovica Carbotta, Enrico Castellani e Stih&Schnock. A Trento invece una mostra, realizzata da Anffas Trentino Onlus racconterà una storia poco conosciuta: l'atroce progetto di eutanasia nazista compiuto a danno di circa trecentomila disabili e malati mentali. Il progetto, noto come Aktion T4, fu una sorta di mostruosa prova generale della Shoah.
    TEATRO - A Firenze il 24 e il 25 gennaio il Teatro di Rifredi ospiterà il gruppo teatrale israeliano Orto-Da che porterà in scena lo spettacolo "Stones" (Avanim in ebraico): sei attori/mimi, ricoperti d'argilla da capo a piedi, si muoveranno sul palco per risvegliare le coscienze, in una rappresentazione toccante e sorprendentemente umana, che trae ispirazione dal monumento in pietra realizzato nel 1946 dallo scultore ebreo Nathan Rapoport e posto all'ingresso del Ghetto di Varsavia in onore degli ebrei caduti. A Roma al teatro Vittoria il 26 e 27 gennaio sarà in scena Terezín, artisti tra le ceneri di Matteo Ciocci, Alessio Moneta, Valentina Rizzi e Alessandra Verdura con la regia di Francesco Brandi. Racconta la storia, realmente accaduta, del campo di concentramento di Terezín, alle porte di Praga, inizialmente concepito come un ghetto per anziani e decorati della prima guerra mondiale, e divenuto un campo per i Prominenten, le grandi menti ebree noti alla platea internazionale e per questo più difficilmente deportabili direttamente nei campi di sterminio.
   

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