Il plebiscito del televoto e le critiche degli addetti ai lavori: la vittoria de Il Volo al Festival di Sanremo ha un retrogusto amaro. I tre ragazzi che macinano concerti sold out in tutto il mondo, osannati come rock star nei cinque continenti dove portano "il bel canto della tradizione italiana", ma che in Italia non hanno gli stessi riconoscimenti, sono sbarcati una settimana fa all'Ariston con l'etichetta da favoriti. E i pronostici, per una volta, sono stati rispettati decretando il successo del brano Grande Amore. "Non ci aspettavamo la vittoria, davvero, anche se sarebbe ipocrita dire che non ci sarebbe piaciuto vincere. Grazie agli italiani", dicono a caldo Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble il cui pensiero va prima al loro manager Michele Torpedine - citato spessissimo dai due tenori e dal baritono - e poi alle loro famiglie, in una sala stampa che se da una parte ha tributato una calorosa accoglienza a Nek e Malika Ayane, secondo e terza classificata, dall'altra è rimasta fredda e diffidente nei confronti de Il Volo, con brusii e mugugni di sottofondo che si ripetono ad ogni loro affermazione. I tre, tesi e sulla difensiva, cercano di mediare, ma il risultato non è dei migliori.
"Non vedevamo l'ora di far vedere agli italiani chi eravamo, ma le critiche non sono state clementi nei nostri confronti. Il fatto però che siamo qui significa che il popolo è dalla nostra parte", è l'uscita non proprio felice di Gianluca Ginoble, alla quale cerca di rimediare Ignazio Boschetto: "Non possiamo piacere a tutti e rispettiamo chi ci critica, ma speriamo di essere rispettati anche noi. Ci dicono che noi e il nostro genere siamo vecchi - attacca -, ma è più vecchio pensare una cosa del genere che farla. Nel mondo ci seguono migliaia di ragazzi". E poi, è il loro ragionamento, anche Vasco Rossi e Andrea Bocelli, all'inizio non furono accolti bene: "speriamo che le critiche abbiano lo stesso effetto che hanno avuto su di loro. Ci faranno crescere". A premiare i tre ragazzi lanciati singolarmente da Antonella Clerici nel programma tv Ti lascio una Canzone, che - tra abiti da finti gangster e un improbabile italiano - in qualche momento fanno pensare agli emigranti del secolo scorso, è stato soprattutto il televoto, con cui hanno ottenuto il 56% delle preferenze e che in media con il voto della giuria degli esperti e con la giuria demoscopica si è attestato al 39%. E ora la vittoria a Sanremo dà loro la possibilità di partecipare l'Eurovisione Song Contest.
"Sì, abbiamo intenzione di andare a Vienna il 23 maggio", annunciano e per farlo saranno costretti ad spostare l'avvio della tournee italiana, previsto all'Arena di Verona il 21 maggio. Intanto martedì 17 febbraio Rai2 ripropone la serata speciale sul trio andata in onda a Natale. A chi li accusa di essere dei furbetti e di sfruttare la scia del genere pop-lirico segnata da Andrea Bocelli, rispondono: "Di cantanti pop ce ne sono tanti più bravi di noi. Noi continuiamo così. Nel mondo la tradizione della musica italiana piace".
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