Uno spettacolo sexy, disinibito, raffinato e ironico ''La finta semplice'', opera di Mozart dodicenne, presentata al Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano con la regia teatralissima di Caterina Panti Liberovici e Roland Boer al clavicembalo e direttore dell'Orchestra del Royal Northern College of Music di Manchester nel meraviglioso spazio del Teatro Poliziano.
Un ottimo, elegante spettacolo pieno di ritmo in una versione musicalmente filologica (pochi i tagli) da Festival con la durata di due ore e mezza, per raccontare una storia di amore e desideri, di nozze evitate e, alla fine, felicemente cercate su libretto di Marco Coltellini da un canovaccio di Goldoni.
La Panti Liberovici, regista lirica che opera principalmente all'Opera di Francoforte, forse per quel riferimento all'Ungheria, ha ambientato tutto in un primo Novecento che forse vuol rimandare alla vita spensierata dell'Impero Asburgico prima della Grande Guerra, e ha modernamente lavorato sui desideri maschili, la spigliatezza e le seduzioni femminili, in un gioco di tensioni anche erotiche che si scioglieranno appunto nel finale, quando tutte le coppie andranno a posto. ''La novità della musica di Mozart libera i protagonisti dalla tradizione dei ruoli cui li relega il libretto - spiega la regista - ogni personaggio ha le sue peculiarità sessuali, che lo inducono a non distinguere l'amore reale dall'avventura così che il tema vero diventa l'eterna antitesi tra ciò che crediamo di desiderare e ciò di cui intimamente avremmo bisogno''. E la cecità di questa realtà, del desiderio e dell'amore, appare in alcuni momenti con i protagonisti con gli occhi bendati, come il doppiofondo psicologico si rivela in certi tagli di luce, in certe aperture di porte da cui si esce e si viene inghiottiti nuovamente.
La musica di Mozart ancora bambino dimostra quanto padroneggiasse già le tecniche stilistiche dell'opera buffa italiana, al cui rinnovamento poi concorrerà lui stesso con le opere maggiori. Una partitura di ben 558 pagine con alcuni momenti di gran rilievo per le soluzioni armoniche e strumentali, specie in alcune arie come ''Senti l'eco ove t'aggiri'' di Rosina (una applauditissima Katharina Ruckgaber) o ''Sento l'alma che sen va'' di Polidoro (anche lui, Pasquale Scircoli, tra i migliori) con i quali sono da citare anche la Giacinta di Alessia Martino e il Fracasso di Simon Bode, tutti impegnati in una vera e propria continua recitazione teatrale con i bellissimi costumi di Alessandra Garanzini, autore anche della scena aperta e legante.
Un appuntamento, insomma, di altissima qualità (che si può avere anche a basso costo, se tutto, dicono, è costato 3500 euro) che dimostra come Il cantiere sia ancora, nello spirito di Han Werner Henze che lo fondò 40 anni fa, officina, scuola dove tutti lavorano senza ricevere compensi ma solo l'ospitalità a Montepulciano e capace di proporre opere di assoluto interesse.
Un Mozart sexy al Cantiere Montepulciano
Raffinato e sensuale spettacolo 'La finta semplice'