Serve ''una riforma, per avere una Rai più moderna, perché ci sia un mercato, e si accettino delle sfide. I produttori e autori non possono essere servi di un sistema".
Tra gli altri punti, un budget per i canali destinati all'infanzia (Gulp e Yoyo) di produzione e/o coproduzione adeguato a coprire non meno del 50% del complessivo volume di messa in onda; quote specifiche per i documentari su ciascuna delle reti; l'introduzione di penali a carico dei broadcaster in caso di mancato adempimento delle quote obbligatorie di investimento e programmazione; budget adeguati per tutte le direzioni editoriali e una ridistribuzione della quota dei diritti per i produttori (non meno del 25% sulla totalità dei proventi dell'opera) e gli autori (non meno del 5%). ''Non siamo qui per criticare ma per rispondere ad uno scenario in atto, a nuovi player, nuovi stili narrativi e al cambiamento del pubblico" sottolinea Francesco Bruni, presidente dei 100Autori. ''Speriamo che il mondo politico e il governo leggano e discutano queste proposte'' dice Andrea Purgatori, coordinatore nazionale dell'associazione. E sul progetto di riforma Rai approdato al Senato, aggiunge ''mi pare curioso che il dibattito sul nuovo cda preveda un ruolo per tutti i gestori di contenuto e non per chi i contenuti li fa".
Rai: Virzì, serve riforma per tv pubblica più moderna
100Autori propongono per audiovisivo 4 direzioni editoriali