Cultura

Più Libri: Ernaux, 'Gli anni' e la nostra paura

La scrittrice francese e la sua autobiografia impersonale

La scrittrice Annie Ernaux

Redazione Ansa

ANNIE ERNAUX, GLI ANNI (L'ORMA, PP. 266, EURO 16). Dopo l'11 settembre, "quella nebulosa di uomini con la tunica e di donne velate come sante vergini, di cammellieri, danze del ventre, minareti e muezzin, passava dallo stato di oggetto lontano, pittoresco e arretrato a quello di forza moderna" scrive Annie Ernaux nel suo libro culto 'Gli anni' pubblicato in Italia da L'Orma editore. E dopo gli attentati di Parigi cosa è diventata quella paura? E soprattutto come accade che il tempo che abbiamo vissuto diventi la nostra vita? La scrittrice, tra le voci più autorevoli del panorama culturale francese, la cui opera è stata di recente consacrata dall'editore Gallimard, è riuscita, creando una inedita autobiografia impersonale, a raccontare se stessa e la storia della Francia e di tutti noi dal 1945 all'11 settembre. Nel libro c'è la Liberazione, l'Algeria, de Gaulle, il '68, l'emancipazione femminile, la maternità, Mitterrand. E nelle prime pagine brevi immagini, come ricordi, foto, aforismi, annotazioni che parlano a tutti incrociando la voce personale a quella della Storia. Come in un elenco di piccoli flash ci sono "il volto pieno di lacrime di Alida Valli mentre ballava con George Wilson nel film 'L'inverno di farà tornare'" e "le mummie dei merletti sbrindellati che incombevano dai muri del convento dei Cappuccini di Palermo". "Ho cominciato a pensare a questo libro nel 1985, a scriverlo dieci anni dopo per poi lavorarci tutti i giorni dal 2002 al 2007" racconta la scrittrice, a Roma in questi giorni per la fiera della piccola e media editoria 'Più libri, più liberi'. "Siamo dentro e fuori della società, in bilico. Spero che questo libro abbia un respiro europeo. Francia e Italia hanno storie simili: le classi contadine che si modernizzano nel dopoguerra, le lotte politiche legate al '68. Sicuramente abbiamo più punti in comune rispetto all'Inghilterra" dice la Ernaux, nata a Lillebonne (Senna Marittima) nel 1940, considerata un classico contemporaneo, che con 'Gli anni' ci ha regalato quello che è stato definito "un romanzo mondo".
    Un mondo dove non è più facile vivere senza la paura: "Non si dovrebbe mai vivere con questo sentimento, ma gli attentati terroristici - dice la scrittrice - continueranno. Le cose sono complicate, ma è anche vero che non si poteva continuare a vivere con la supremazia dei paesi occidentali che si sono dimenticati dell'altra parte del mondo". Quando ci sono stati gli attentati parigini, il 13 novembre, "ho avuto il sentimento personale che, quel giorno, tutto il mondo che è in guerra avesse fatto irruzione dentro i confini della mia patria. Siria, Iran, Iraq sono entrati nelle nostre vite" afferma la Ernaux. Ci troviamo davanti a un'altra data spartiacque come è diventata quella dell'11 settembre?. "Nella stessa maniera in cui si era detto 'dopo Auschwitz', ora si diceva 'dopo l'11 settembre', un giorno unico. Lì cominciava qualcosa, non sapevamo cosa. Anche il tempo si globalizzava" dice la Ernaux. (ANSA).
   

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