(ANSA) - BOLOGNA, 10 FEB - FLAVIANO BIANCHINI, ''MIGRANTES. CLANDESTINO VERSO IL SOGNO AMERICANO'' (BFS PISA, pp.
Un libro che Bianchini, che ha vissuto a lungo in America Latina e parla perfettamente la lingua locale, ha scritto a memoria dopo quelle tre terribili settimane, vagando dal Guatemala agli States, un po' a piedi e un po' sulla Bestia: è il nome dato ai treni della morte, convogli merci che, su tre percorsi diversi e lentissimi, attraversano il Messico, dove a giorni andrà Papa Francesco, e trasportano sui tetti migliaia di disperati. Per farlo aveva con sé il minimo indispensabile e qualche centinaio di dollari, nascosti negli slip. A parte l'idea di provare sulla sua pelle le paure di un migrante clandestino e il coraggio di farlo, non poteva portare nemmeno un taccuino. Un Bruce Chatwin della memoria, dunque.
Il racconto di quell'incredibile viaggio fino all'arrivo a Tucson descrive la fuga da paesi come l'Honduras dove (dati 2015) ci sono 95 morti ammazzati ogni 100.000 abitanti, 77 nel Salvador. Ecco, questo 77 è il numero delle morti civili nella Siria massacrata dalle guerre che si combattono in quello sventurato Paese. Ad Aleppo, la Dresda siriana, ci sono stati 5400 morti all'anno negli ultimi cinque. A Città del Guatemala, due milioni di abitanti come Aleppo, ci sono 5200 omicidi ogni anno da dieci. In America Latina c'è inoltre il dramma delle migliaia di desaparecidos, morti nel viaggio se non massacrati dalle bande di rapinatori che assaltano quasi ogni notte i treni o addirittura assassinati una volta giunti negli Usa.
Del gruppo di Bianchini in quello che fu uno dei momenti più duri del viaggio, nel deserto, sono partiti in 25 e ne sono arrivati a fine corsa 19: "Quando ti assaltano, la sola cosa che puoi fare è scendere dal treno e correre più veloce di chi è con te. Chi resta indietro quasi sempre non ce la fa. Nella tensione di questi viaggi arrivi a ragionare così. Il tuo compagno di viaggio non sai chi sia, potrebbe essere il prossimo che ti assale. La paura cambia il modo di sentire". Quel viaggio, in cui è stato anche imprigionato per due giorni senza alcuna imputazione dalla Polizia, gli ha fatto cambiare idea anche sullo Ius Soli, il diritto di cittadinanza dettato dal luogo di nascita: "Ho compiuto 30 anni nel viaggio, sono in forma, mi sono nutrito bene per tutta la vita. Su quei tetti di vagone ci sono troppe donne incinte: sognano di far nascere loro figlio negli Stati Uniti in nome di un diritto per il quale rischiano la loro vita vissuta di stenti. Ecco, penso che possa essere un incentivo al rischio. Bisogna piuttosto eliminare le ragioni per cui la gente deve lasciare il proprio paese".
Bianchini, che da oltre un decennio si batte per i diritti di chi non ne ha, non ha perso fiducia nell'umanità. "Sono ateo e non ho grande simpatia per i preti. Ma in un Paese come il Messico, che in cambio di soldi fa il lavoro sporco che gli viene chiesto dagli Usa (un po' come ora si appresta a fare la Turchia cui la Ue offre miliardi per contenere le migrazioni mediorientali), dove chi aiuta un migrante rischia la galera per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, l'unica forza che aiuta questi disperati è la Chiesa Cattolica. Viola la legge, ma istituisce case dei migrantes. Per 48 o 72 ore chi viaggia può ristorarsi, lavarsi, mangiare. Nessuno, in Messico, tocca la Chiesa. E tanta gente resiste e si salva per questo". (ANSA).
Migrantes, un italiano 'perso' nel Messico
Attivista diventa clandestino, 21 giorni di orrore verso gli Usa