È scomparso da dieci anni portando con sé tutti i misteri che il genio artistico può lasciare inesplorati. Syd Barrett oggi avrebbe settant'anni e forse continuerebbe a vivere lontano dai riflettori, come ha fatto negli ultimi decenni della sua esistenza.
Campanella rende omaggio all'"uomo che tra la ricchezza e l'immensità della gloria aveva scelto la seconda opzione", trascrivendo interviste a persone che Syd Barrett aveva incontrato lungo la sua strada, tra cui suo nipote Ian, e approfondendo i comportamenti dell'artista, spesso associati a disturbi di schizofrenia, bipolarismo o epilessia. "Le ricerche che ho svolto, per lungo tempo, attraverso documentazioni originali, confronti, colloqui con eminenti psichiatri, - scrive il giornalista - portano invece alla conclusione che egli soffrisse di una forma particolare di Asperger, una condizione dello spettro autistico che spesso si accompagna alla normalità, ma che fu portata all'ennesima potenza (nel suo caso) dall'uso disinibito di droghe pesanti". Una ricerca che consente alle migliaia di fan di ieri e di oggi di sciogliere il "gomitolo nel quale si addensano i dogmi della genialità e della irrequietezza" del musicista, talvolta confusi con atteggiamenti di pura trasgressione. "Le sinapsi della storia possono essere intellegibili fino a un determinato punto, ma poi mostrano la loro pienezza", scrive Mario Campanella: la sua biografia vuole dare un contributo alla memoria di Syd Barrett, gettando luce sulla vulnerabilità, sullo smarrimento e sui misteri che avvolgono il geniale musicista spentosi il 7 luglio del 2006 per un tumore al pancreas, ma consegnato all'eterna sopravvivenza della storia.
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