Cultura

>ANSA-FOCUS/ Taviani e Padre Padrone, "Fu un incontro col mondo"

L'ultima intervista a Vittorio nel docu per i 40 anni del film

Redazione Ansa

(di Silvia Lambertucci) (ANSA) - ROMA, 15 APR - "Con Padre Padrone è stato un incontro con il mondo, ci siamo sentiti accomunati da questa storia", Vittorio Taviani, sempre a fianco all'inseparabile fratello Paolo, ricordava così poco più di un anno fa il lavoro per il film che aveva segnato il primo grande successo della loro carriera, Palma d'Oro a Cannes nel 1977. "Quella vicenda l'abbiamo conosciuta da un articolo di giornale prima che dal libro e ci è sembrata subito una storia bella, una storia da fare", spiegava intervistato dal Sergio Naitza autore di "Dalla quercia alla palma. I 40 anni di Padre padrone", un docu backstage del fortunato film che vede i protagonisti, dai registi agli attori, fino alle comparse e alle maestranze tecniche tornare nelle campagne sarde dove il film è stato girato più di quarant'anni fa.
    Luoghi "trovati per caso" rivela nell'intervista Paolo, "perché eravamo partiti per la Sardegna alla ricerca del set e non lo avevamo trovato. L'illuminazione ci è arrivata alla fine, quando ormai stavamo ripartendo, eravamo in macchina a pochi minuti dall'aeroporto, guardammo fuori dal finestrino e fu allora che ci capitò di vedere finalmente qualcosa che ci interessava. Ci fermammo, avevamo trovato il paesaggio di Padre Padrone".
    Presentato a novembre 2017 alla Festa del Cinema di Roma, il documentario di Naitza, prodotto da Karel, è tutto un susseguirsi di immagini, di accostamenti tra le scene del film e i paesaggi di oggi, i protagonisti, dai bambini alla maestrina, dal giovane pastore all'incredibile Omero Antonutti nella parte del feroce padre padrone, che si ritrovano invecchiati a decenni di distanza: "Dopo quel film, che pure ebbe un successo incredibile fini' che non potei lavorare per due anni di seguito - confessa oggi Antonutti, la coppola calcata in testa, gli occhi emozionati nel ritrovare i prati, le pietre, i paesaggi di quell'incredibile set - il pubblico italiano pensava davvero che io fossi un pastore sardo".
    Alternati con i loro attori e collaboratori, Vittorio e Paolo, che proprio in occasione di quel documentario hanno potuto riabbracciare Gavino Ledda, il giovane pastore protagonista della storia e poi autore del libro che fece epoca, si lasciano andare a racconti, inanellando piccoli e grandi episodi, sorridono, sempre pronti a completarsi l'uno con l'altro anche nei ricordi. E Ledda oggi, alla notizia della scomparsa di Vittorio si commuove: "Ho perso un amico", dice, "una persona generosa, appassionata, affettuosa, colta. Con la quale era un piacere chiacchierare di qualsiasi argomento, dal cinema alla musica". Anche Naitza è turbato. "Quando stavano girando Dalla quercia alla palma- racconta - Vittorio era già fortemente debilitato nel fisico. Ha affrontato dei sacrifici per portare la sua testimonianza sul set di Padre padrone, ma ha voluto farlo tenacemente, regalandoci anche particolari inediti. Quando finalmente vide il documentario, telefonò subito e con voce commossa ringraziò per avergli restituito il senso di quell'avventura umana e artistica in terra sarda. Luoghi ai quali per tutta la vita si è sentito intimamente legato".
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it