(ANSA) - Leggerissimi tulle punteggiati di fiori. Tutù lunghi e amplissimi, che anche solo nei bozzetti, già si immaginano aprirsi e rincorrersi nei passi di danza. Fantasie che tornano anche sulle tute aderenti, monospalla, degli uomini. È sulle punte di Eleonora Abbagnato e le note della Serata Philip Glass che l'Alta Moda di Christian Dior debutta al Teatro dell'Opera di Roma, in scena nei costumi che la direttrice artistica della maison Maria Grazia Chiuri, firma per l'omaggio al compositore maestro del minimalismo americano, in scena al Costanzi dal 29 marzo al 2 aprile. Un grande affresco con anche il guest artist Friedmann Vogel, il Corpo di Ballo del Teatro dell'Opera e l'orchestra diretta da Carlo Donadio, in tre coreografie: Hearts and Arrows che la star internazionale Benjamin Millepied rilegge in chiave contemporanea, Glass Pieces di Jerome Robbins (con 46 ballerini in scena) e il nuovo Nuit Blanche del giovane Sebastian Bertaud, con la Abbagnato e Vogel nei costumi color madreperla, finemente iridiscenti, della Chiuri, che torna così all'Opera di Roma dopo il successo del lavoro per la Traviata con la regia di Sofia Coppola nel 2016, al tempo chez Valentino.
''D'altronde, l'alta moda e la grande tradizione italiana dei costumi hanno origini comuni. Quando si incontrano è un'eccellenza, un piacere, uno scambio reciproco'', spiega il sovrintendente Carlo Fuortes, che bolla con un gran sorriso e un ''no comment'' i rumors che lo vorrebbero chiamato alla guida della Scala di Milano. ''Dior ha sempre avuto un particolare legame con la danza e il teatro. Lui stesso firmò alcune collaborazioni'', racconta la Chiuri, che a settembre ha già portato il balletto nella collezione pret à porter della maison. ''Qui però - dice - si balla sulle punte. Il riferimento è all'Alta Moda'' con una rivisitazione per la scena ''di un abito iconico degli anni '50 come Miss Dior''. Con il laboratorio sartoriale dell'Opera, ''un grande atelier, dove di tingono ancora i colori nelle vasche - racconta - ho cercato di reinterpretare quei riferimenti in modo contemporaneo, trasferendoli nel tulle o nei body elastici dei danzatori''.
Per la Abbagnato ha immaginato gli erbari, con fiori di seta disseminati in due strati di tulle. Per il corpo di ballo, un caleidoscopio di differenti colori cipriati ricoperti di una nuvola impalpabile di tulle nero. ''Quando in Italia si parla di danza - riflette la Abbagnato, da tre anni ormai alla guida del Corpo di ballo dell'Opera di Roma - sembra sempre si parli di nulla. Invece all'estero è amata da tanti e la Chiuri conosceva già l'energia e la voglia di aprire le porte al mondo internazionale di questo teatro''. E la Serata Philip Glass viaggia in questa direzione, portando in scena le note di Glass, autore che ha segnato la vita musicale e intellettuale del Novecento, oltre che collaboratore di artisti come Twyla Tharp, Allen Ginsberg, Woody Allen e David Bowie. Ma anche un grande pezzo di Opera di Parigi a Roma, a partire da Bertaud e Millepied. ''Le tensioni politiche Italia-Francia? Quando vivi con la valigia come me e sei un'artista italiana all'estero, un po' ti rattristi'', risponde la Abbagnato. ''La cultura può solo agevolare il dialogo, ma ci sembra davvero un altro mondo - aggiunge la Chiuri - Tra persone che amano quel che fanno si pensa solo a costruire. Personalmente mi sento europea, vivo a Roma, lavoro a Parigi, ho una figlia a Londra. Forse è tempo di cambiare mentalità''.