Cultura

Piccioni, io "dottor amnesia" e mia squadra anti-covid

E' La mia storia serie Rai Doc, ma prima di coronavirus

Redazione Ansa

"Tornerà il tempo dell'abbraccio, della normalità. Ma se vogliamo che ciò avvenga questo è il tempo di stare zitti e obbedire, di non pensare di essere più forti. Può sembrare brutale, ma chi in un giorno ha visto la propria vita stravolta è consapevole di quanto sia importante la disciplina: per un incidente ho perso la memoria, 12 anni spezzati via, cancellati per sempre. Solo la mia tenacia e passione mi hanno permesso di ricominciare anche se nessuno ci credeva". Il professor Pierdante Piccioni, è stato prima di un brutto incidente primario al pronto Soccorso di Lodi e Codogno, oggi dopo essersi rimesso in discussione è più veloce del vento, più ascoltato di tanti, ed è in prima linea accanto ai malati di coronavirus con la sua equipe del unità SST operativa h24 in tutto il lodigiano, risponde all'ANSA mentre è in macchina e come una trottola, si sposta da un ospedale all'altro: per una serie di incredibili coincidenze sta per andare in onda dal 26 marzo su Rai1 la serie tv 'DOC - Nelle Tue Mani, ispirata alla sua storia (a prestargli il volto l'attore Luca Argentero), prodotta da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction.

Va detto che la fiction ispirata ai suoi libri (Meno Dodici e Pronto Soccorso editi da Mondadori, scritti insieme a Pierangelo Sapegno) e alla storia personale incredibile del professore Piccioni nulla hanno a che vedere con il covid-19 perché risalgono a molti anni prima. Ma lui poi si è trovato in mezzo con il suo lavoro in queste ultime settimane ad occuparsi come "come un'esercito di medici siamo in trincea. Il fatto che la serie vada in onda adesso la vedo come una segno di speranza per tutti" aggiunge". "Capisco com'è stare dall'altra parte. Serve empatia, siamo tutti mentre lavoriamo in questa fase delicatissima di grande emergenza, sigillati, ma abbiamo gli occhi per guardare e le orecchie per sentire". Piccioni com'è stato svegliarsi un giorno e non ritrovare più gli ultimi 12 anni della sua vita? "Io sono stato in coma poco più di un'ora e ho perso tutti questi anni, c'è chi è stato 6 mesi e ha perso una settimana. Certo all'inizio pensare di avere dei figli piccoli e ritrovarmeli adulti, una moglie con le rughe, ritrovarsi con l'euro quando contavo ancora in lire. Una madre morta, non ricordavo di essere andato al suo funerale". Era il 31 maggio 2013 quanto Piccioni si schianta in macchina lungo la tangenziale di Pavia e cade in coma è convinto che sia il 25 ottobre 2001. All'improvviso è diventato un alieno, incapace di riconoscere la sua vita e addirittura se stesso in quel volto invecchiato che gli restituisce lo specchio. Attorno a lui tutto è cambiato: i figli non sono più due bambini di otto e undici anni, ma due adulti, con la barba e gli esami all'università, e la moglie sembra un'altra donna, con le rughe e i capelli di diverso colore. Come potrà riprendersi la propria vita? "Ho dovuto ricominciare tutto da capo, la medicina, in pochi anni evolve. Ho fatto un master in Pazientologia... Per capire com'è stare dall'altra parte". "Non sapevo chi ero e ho deciso di aiutare i malati usciti dalla fase acuta, per non farli sentire abbandonati come me. A Lodi dopo essermi dedicato al recupero degli studi, apro un'unità nuova, di Integrazione Ospedale Territorio e Appropriatezza della Cronicità. Per destino, ora, segue i pazienti in remissione dal Covid-19. È la mia equipe che decide chi può essere trasferito di reparto o ospedale o dimesso".

Con tutto il rispetto professore c'è qualche storia che l'ha colpita più di altre in questa emergenza? "Dice bene, qui è difficile ogni giorno siamo in prima linea, ma si può anche guarire. Come si muore, lo abbiamo visto i parenti non hanno la possibilità di accompagnare i loro cari. Giorni fa ho fatto la scelta d'intesa con il figlio anche lui in quarantena di far restare la madre a casa con bombole di ossigeno, la signora ci ha lasciato due giorni fa. Un mese fa sarebbe stato non ipotizzabile. Quindi quanto le persone si lamentano dico state a casa, un tempo si andava al fronte, ce la possiamo fare. Tenete a bada l'ansia è difficile lo sappiamo, ma non agitatevi che se ci mettiamo di impegno, se non ci facciamo prendere dal panico, se non leggete i social le fake news, affidatevi agli scienziati. Lasciate stare le dietrologie le stupidaggini".

Infine annuncia l'uscita sempre per Mondadori di un terzo libro "Colpevole di Amnesia" scritto sempre con Pierangelo Sapegno " Doveva arrivare sugli scaffali prima ma gli eventi giustamente prioritari hanno deciso diversamente, la pressione è dopo Pasqua, sempre che la situazione migliori. Questa volta si tratta si un giallo, una storia di finzione. Cosa può accadere quando un uomo che ha perso la memoria deve difendersi da un'accusa che arriva dal passato, per un fatto che non è in grado di ricordare? Un gioco letterario in cui realtà e fantasia s'intrecciano".

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