"Io quando ero piccolo avevo una immotivata paura della morte, ero terrorizzato dalle ambulanze, la esorcizzavo pensando a Totti. Credo sia l'archetipo della paura della fine, la nostra rete di salvataggio, per tutti i tifosi, anche non di fede romanista".
"Sono cresciuto con il poster del Capitano in camera. Ho iniziato a sedermi su queste poltroncine da piccolino. Con il poster ci parlavo. Ho avuto modo di incontrarlo durante i provini e le riprese. Ho ritrovato recentemente un diario in cui in una pagina commento una partita: è dedicata a Totti, avevo 9 anni, è piena di superlativi. Scrivevo: è come l'inchiostro senza penna, l'unico capitano, il calcio non avrebbe avuto senso senza di lui", racconta Castellitto. "Totti è un personaggio estremamente loquace, consapevole del mito che è, e fa di tutto per metterti a tuo agio", sottolinea, "ama divertirsi e ha una sua intelligenza particolare". E ancora: "E' rimasto fedele alla sua casacca, sempre: la lealtà ti fa amare da tutti le altri calciatori nella storia di questa disciplina".
A Totti e Ilary la serie, conferma Castellitto, "è piaciuta".
Tratta dall'autobiografia di Francesco Totti scritta insieme a Paolo Condò, "Speravo de morì prima" è diretta da Luca Ribuoli e scritta da Stefano Bises, Michele Astori e Maurizio Careddu. La serie si concentra sugli ultimi due anni della carriera da calciatore del capitano e fuoriclasse romanista. Il titolo è una citazione di uno striscione apparso sugli spalti dell'Olimpico il 28 maggio 2017, durante l'ultima partita della carriera di Totti, un Roma-Genoa (3-2) in cui il capitano entrò nel secondo tempo, prima di una cerimonia in cui annunciò l'addio tra le lacrime e gli applausi degli 80 mila spettatori. All'autore sono stati pagati i diritti del copyright dai produttori.
La presentazione è stata affidata a Nicola Maccanico (Executive Vice President Programming Sky Italia): "Abbiamo scelto di raccontare gli anni più combattuti della carriera di Totti: l'aspetto più privato della sua vita è altrettanto interessante della dimensione pubblica, con quell'elemento più leggero che fa la differenza rispetto alla narrazione tradizionale". Una sfida intrigante anche dal punto di vista artistico, come confermato dal CEO di Wildside Mario Gianani: "Raccontare una storia del presente, contemporanea, talmente fresca che era già scolpita nell'immaginario collettivo non è stato facile. Siamo andati alla ricerca di personalità, sia in Totti che in una città come Roma". Il regista Ribuoli: "Siamo partiti da una base di scrittura altissima, che mi ha consentito di divertirmi insieme al cast". (ANSA).
Pietro Castellitto, Totti mi ha salvato dalla paura della morte
E' il capitano in Speravo de Morì Prima su Sky dal 19