Cultura

Franceschini: "Se aprono gli stadi per lo sport, si aprano anche per i concerti"

Promoter: "Inaccettabile differenziazione calcio e musica". Fimi: "La musica live è discriminata". Mazza: "subito tavolo di confronto per trattamento equivalente"

Redazione Ansa

"Sì, intendo fare tutto il possibile per garantire una riapertura" del mondo dello spettacolo, ha ribadito il ministro della Cultura Dario Franceschini rispondendo al Question time ad una interrogazione presentata da Italia Viva. Il settore, dice, "sta vivendo una sofferenza enorme. Mi fa piacere però che anche gli attori del Globe Theatre abbiano detto che il tema non è soltanto riaprire subito, ma riaprire in sicurezza", aggiunge ricordando le richieste al Cts per consentire riaperture con maggiore capienza ed anche eventi.

"In relazione alle notizie di stampa riguardo ad una differenziazione tra la presenza del pubblico negli eventi sportivi e in quelli culturali, il Ministero della Cultura precisa che: sia nell'audizione di lunedì sia nelle proposte inviate ieri al Cts - scrive il ministero della cultura -, il ministro Franceschini ha chiesto che, nel caso in cui si dovessero autorizzare eventi sportivi con pubblico, le stesse regole dovrebbero riguardare i concerti e gli spettacoli negli stadi o in spazi analoghi".

"La possibile differenziazione di 'capienze covid' tra calcio e musica è inaccettabile e su questo punto tutta la filiera legata alla musica live, compresi gli artisti, è pronta a prendere posizioni forti e nette". E' quanto affermano in una nota congiunta Roberto De Luca (Live Nation), Ferdinando Salzano (Friends&Partners), Clemente Zard (Vivo Concerti). I tre promoter ribadiscono che "la capienza Covid deve essere calcolata non a numero fisso bensì in relazione ai metri quadrati disponibili per ogni singola venue e possa permettere l'applicazione precisa di tutte le norme del protocollo di sicurezza". 

"Se è possibile accedere in uno stadio con 16 mila persone per il calcio deve essere possibile anche per un concerto. E' una questione di principio, il mondo della cultura non può essere trattato in questo modo". E' la presa di posizione di Enzo Mazza, ceo di Fimi, la Federazione dell'industria musicale italiana, che dopo il via libera del governo alla presenza del 25% di tifosi all'Olimpico per Euro 2020 torna a parlare di "discriminazione" e chiede l'apertura immediata di "un tavolo di confronto per ottenere quanto meno un trattamento equivalente". "È evidente - sottolinea Mazza - che siamo di fronte ad una farsa. Si dibatte su protocolli stringenti sui quali dovrebbe esprimersi il Cts, per consentire quest'estate eventi musicali con mille o poco più persone all'aperto e nello stesso momento si approva un piano per l'accesso di oltre 16 mila persone all'Olimpico in occasione degli europei di calcio ? I danni causati al mondo dello spettacolo e della musica dal vivo dopo oltre un anno di pandemia e restrizioni sono immensi. Un settore distrutto, lavoratori dispersi e senza risorse, piccoli club che hanno chiuso per sempre e ora si scopre che una decisione politica può derogare alle restrizioni sanitarie? È ridicolo". Il ceo di Fimi pensa che "artisti e addetti ai lavori non debbano accettare una discriminazione di tale portata. Deve essere immediatamente aperto un tavolo di confronto per ottenere quanto meno un trattamento equivalente. Se è possibile accedere in uno stadio con 16 mila persone per il calcio deve essere possibile anche per un concerto. E' una questione di principio, il mondo della cultura non può essere trattato in questo modo".

E un gruppo di lavoratori dello spettacolo ha occupato il Globe Theatre a Villa Borghese a Roma. "Dopo più di un anno dal blocco degli spettacoli dal vivo chiediamo una riforma strutturale del settore -scrivono su Fb - Non vogliamo una riapertura senza sicurezza, che ci faccia ripiombare in un mondo del lavoro ancora più incerto e privo di garanzie. Riapriamo questo spazio a tutte le precarie, a tutti gli sfruttati, per riappropriarci di un tempo di confronto e autoformazione". Gli occupanti assicurano che "tutto si sta svolgendo nel rispetto delle disposizioni sanitarie" e che si sono sottoposti a tampone.

"Ho apprezzato il tono costruttivo e positivo del vostro intervento, della vostra protesta, sono qui per dirvi che io non sono la vostra controparte, io ho il dovere di essere il vostro rappresentante nelle istituzioni". Giacca a vento e mascherina, il ministro della cultura Franceschini si è presentato a sorpresa nel pomeriggio, dopo il Question time alla Camera, nel Globe Theatre occupato a Roma per parlare con i ragazzi e gli artisti che animano la protesta. E ha preso il microfono per ribadire la sua vicinanza ai lavoratori dello spettacolo: "Posso riuscire a fare questo lavoro più o meno bene, ma ho il dovere di rappresentare il vostro mondo. E' quello che ho cercato di fare dall'inizio della pandemia, quando è arrivata questa bufera che ha travolto tante categorie e in modo particolare la cultura". "Abbiamo cercato di intervenire con provvedimenti d'urgenza -, ha detto il ministro parlando a braccio - e per la prima volta in un settore che non li aveva sono arrivati gli ammortizzatori sociali. Questo lavoro si può migliorare e io sto continuando a insistere perché anche nel decreto Sostegni questi interventi continuino per i luoghi che restano chiusi o che potranno riaprire in maniera parziale". La parte più importante del lavoro, ha sottolineato, è stata quella di censire il settore , "per avere una mappa precisa dei lavoratori intermittenti. E quello che ci deve impegnare ora, e lo stiamo già facendo, è trovare una norma che introduca in maniera permanente alcune protezioni che abbiamo introdotto in emergenza e che renda permanenti le forme di protezione dei lavoratori del settore". In queste ore - ha concluso - il ministero della cultura sta affrontando un altro problema, "evitare che chi ha avuto i fondi di emergenza ma non ha potuto versare i contributi sufficienti per il proprio percorso pensionistico nel 2020-21 abbia riconosciuti comunque dei contributi figurativi per i due anni e che questi non siano persi rispetto al percorso previdenziale . E' una grande operazione che dobbiamo fare con il ministero del Lavoro, ascoltando le associazioni di categoria".

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