La sfida attoriale tra Toni Servillo e Silvio Orlando, carceriere e detenuto in una prigione dismessa in Ariaferma di Leonardo Di Costanzo, le Illusioni Perdute di Xavier Giannoli dal romanzo autobiografico di Balzac straordinariamente attuali, Tim Roth e Charlotte Gainsbourg sotto il sole di Acapulco in Sundown del messicano Michel Franco, Dominique Sanda magnetica nel Paradiso del Pavone di Laura Bispuri con Alba Rohrwacher, Maya Sansa, Fabrizio Ferracane e Kate Hudson spogliarellista nel fantasy Mona Lisa and the Blood Moon di Ana Lily Amirpour. E' la quinta giornata di Venezia 78 ricca, come sempre nel primo weekend del festival, di altri avvenimenti collaterali, premiazioni, party e di tante persone che affollano la zona del Palazzo del cinema al Lido. E' fuori concorso ma ha riscosso grandi applausi e lodi unanimi Ariaferma, un film pieno di atmosfera, denso di tensione, una sfida dietro le sbarre tra chi è dentro e chi è fuori ma che si trasforma in un patto alla ricerca di umanità. Servillo è il capo delle guardie carcerarie di una prigione che deve essere dismessa e che per motivi burocratici ospita solo pochissimi detenuti, Orlando è in un inedito ruolo di rispettabile (mafioso?) cattivo. Tanti incontri veri hanno preceduto le riprese, "è capitato che coinvolgessero insieme agenti, direzione e qualche detenuto. Allora era facile che si creasse uno strano clima di convivialità, si rideva anche. Poi, quando il convivio finiva - ha detto Di Costanzo - tutti rientravano nei loro ruoli e gli uomini in divisa, chiavi in mano, riaccompagnavano nelle celle gli altri, i detenuti. Ariaferma non è un film sulle condizioni delle carceri italiane. È forse un film sull'assurdità del carcere". In concorso si sono visti tre film distanti tra loro. Illusioni Perdute del francese Giannoli riporta lo spettatore nella Parigi della Restaurazione ma nonostante pizzi, crinoline, corsetti, ricami e sete croccanti quello che accade sembra succedere oggi, una Commedia Umana per restare alla letteratura di Balzac, "straordinario specchio anche del nostro tempo ", ha detto il regista. "Balzac ci aveva visto davvero lungo anticipando le fake news, le calunnie pretestuose dei giornali, gli editorialisti banderuole pur di entrare nei salotti giusti". Lucien (Benjamin Voisin) è un giovane provinciale con ambizioni di poesia. Ammaliato da una baronessa più grande di età (Cecile de France), che lo prende sotto l'ala protettrice e con cui comincia una pericolosa relazione, decide di seguirla a Parigi. Ma l'aristocrazia parigina è feroce contro di lui. Cercando vendetta, aspirando ad entrare nel circolo reazionario e benestante, Lucien si trova a vivere la sua escalation sociale diventando giornalista e scrivendo articoli controversi e prezzolati, facendo i conti con un mondo cinico dove in qualunque momento tutti possono essere comprati e venduti, screditati con qualche riga di gazzetta scritta ad arte. Dopo il Leone d'argento con il thriller distopico Nuevo Orden, conquistato lo scorso anno a Venezia 77, il messicano Michel Franco è tornato a Venezia con il suo nuovo film Sundown, un dramma più intimo e personale. Tim Roth interpreta un uomo ricco londinese in piena crisi esistenziale durante una vacanza con la sua famiglia ad Acapulco (interpretata da Charlotte Gainsbourg, Albertine Kotting McMillan e Samuel Bottomley). Neil (Roth) resterà con uno stratagemma, mentre gli altri partiranno e da quel momento comincia un'altra vita, tra la popolazione della spiaggia, mentre la violenza, sottintesa, quotidiana è pronta ad esplodere. "Non dovrebbe essere essere accettata come normalità e invece di fatto nel mio paese lo è", spiega Michel Franco la cui fonte, parziale, di ispirazione è stata lui stesso vittima di un tentativo violento di rapina da due banditi travestiti da poliziotti. Scompiglia le carte, evoca il Titane di Julia Ducournau che ha vinto la Palma d'oro a Cannes, il fantasy Mona Lisa and the Blood Moon della regista Amirpour, genitori iraniani, nata in Inghilterra e cresciuta in America. Un film psichedelico, rumoroso, colorato, con una grande colonna sonora in cui la protagonista Mona Lisa (Jeon Jong-seo) è una tredicenne asiatica con problemi psichici e superpoteri in una folle New Orleans, "una outsider come me" l'ha definita la regista. Infine Sabina Guzzanti che alle Giornate degli Autori ha portato Spin Time - Che fatica la democrazia, un film su un palazzo occupato in pieno esquilino diventato una sorta di esperimento sociale di convivenza e solidarietà in cui convivono 180 famiglie di 25 nazionalità diverse.
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