Colpa ed espiazione e uomini in fuga anche da se stessi. Il grande Paul Schrader, che stasera riceverà il Leone d'oro alla carriera in questa 79/a edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, è fatto così.
"Quelli della mia generazione hanno scritto cose molto violente, ma ormai appartengono al passato. Resta però sempre in me l'idea della redenzione cristiana attraverso il sangue, come è stato per Cristo" dice oggi al Lido lo sceneggiatore di TAXI DRIVER e TORO SCATENATO e il regista di film cult come HARDCORE e LO SPACCIATORE. Ultimo suo lavoro MASTER GARDENER, con Joel Edgerton e Sigourney Weaver, passato a Venezia fuori concorso.
Cosa pensa del Leone d'oro che riceverà stasera? "Me lo sono meritato - dice ironico - anche solo per il fatto che, oltre a scrivere e dirigere i film, li ho spesso anche prodotti, un modo, quest'ultimo, per realizzare questi piccoli miracoli che sono appunto i film". E ancora il regista, classe 1947, parla di quanto sia ossessionato dal personaggio di Travis Bickle, ovvero il ruolo di De Niro in TAXI DRIVER. Un personaggio che riprende appunto vita in MASTER GARDENER, vestendo i panni di Narvel Roth (Joel Edgerton). "Non ci posso fare nulla - spiega - questo carattere continua ad uscire nei miei film e invecchia insieme a me, ma allo stesso tempo evolve. Nel caso di Narvel Roth è come un uomo solo seduto in una stanza, con una maschera in volto, vale a dire il suo lavoro di orticoltore, in attesa che accada qualcosa. E poi qualcosa accade".
Cosa succede appunto in MASTER GARDENER che sarà in sala con Movie Inspired? È la storia di questo giardiniere, grande maestro e tecnico nel suo campo, al servizio una ricca, anziana e prepotente vedova della Lousiana (Weaver) che lo protegge.
Tutto sembra andare per il meglio e già ci si prepara per la prossima asta di beneficenza, quando l'equilibrio all'improvviso si spezza, quando la signora decide di affidare alle cure di Narvel la giovane e bella pronipote Maya (Quintessa Swindell).
"Certo che in tutto il film il giardino è oggetto di metafora - sottolinea Schrader oggi in conferenza stampa -. In fondo tutto inizia in un giardino, quello dell'Eden. Ma qui c'è anche un personaggio che deve nascondersi, come è un po' per tutti i miei personaggi, e che ha un passato complicato da farsi perdonare". La scelta di Edgerton? "È una sorta di Robert Mitchum contemporaneo, uno comunque che non vorresti incontrare in un bar di notte".
Infine, Paul Schrader glissa alla domanda su quale dei suoi film lo rappresenti meglio: "Sono tanti e poi non si possono disconoscere i propri frutti. Ma la cosa che più mi meraviglia è la vita per certi versi autonoma delle nostre opere. Una volta mi chiedevo con Bruce Springsteen qual è il segreto che fa sì che un film o una canzone abbiano ancora il loro pubblico dopo vent'anni. Non abbiamo trovato una risposta ".