Cultura

Funerali di Lando Buzzanca, dolore e rabbia. La compagna, 'potevano salvarlo'

La donna diserta i funerali. Il figlio: 'Ci voleva sorridenti'

Redazione Ansa

 E' una folla ordinata e silenziosa quella che attende l'arrivo del feretro di Lando Buzzanca a piazza del Popolo, a Roma. L'attore è morto domenica, 18 dicembre, all'età di 87 anni. Il cielo minaccia pioggia e rende tutto grigio, anche le decorazioni di Natale in via del Corso.
    Tra le persone davanti alla chiesa degli artisti, dove si svolgono le esequie, ci sono Massimiliano e Mario Buzzanca, figli di Lando. "Papà avrebbe voluto vederci sorridere. Vi avrebbe abbracciato tutti - dice Massimiliano poco prima dei funerali -. Noi siamo fieri di quello che ci ha insegnato papà e di come siamo diventati. Ci ha insegnato a essere delle persone per bene".
    Sono le dodici quando la bara percorre la navata della chiesa. All'ingresso due tavolini con i libri per le condoglianze, i santini con la pietà di Michelangelo e l'Ave Maria, e le foto con un giovane Lando, istrione della commedia all'italiana, il 'merlo maschio'. Sul feretro sono appoggiate corone di fiori bianchi e ancora due immagini dell'attore. Tutte le panche - dalla prima all'ultima fila - sono occupate. Molte persone rimangono in piedi. Ci sono famigliari, registi, attori.
    I colleghi di sempre e quelli che non hanno mai lavorato con Lando, ma che sono amici di Massimiliano. Tra i volti noti Neri Parenti e il senatore Maurizio Gasparri. E in occasione degli auguri di Natale con la stampa parlamentare, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ricorda Buzzanca con un applauso.
    Tanta anche la gente comune in chiesa passata per un ultimo saluto. Un uomo indossa una divisa con un grembiule, un altro ha una giacca dell'Atac, è un autista. Assente invece la compagna dell'attore, Francesca Della Valle, al centro di una diatriba con Massimiliano: "Ho preferito non partecipare al 'funerale dell'ipocrisia' Il mio amato Lando non avrebbe gradito. Chi avrebbe potuto salvare Lando, non è intervenuto. Bisogna amare da vivi, non fingere dopo la morte - e prosegue -. Ora sì che si apre il sipario della #verità. Mi scuso con le Tv e con la Stampa che mi ha cercato ma ho preferito rimandare ogni mia dichiarazione perché il dolore è immenso, mi spezza la voce. La ricerca della #giustizia sarà la mia forza. Per sempre, amor mio".
    "Lando non continua a vivere solo nei nostri ricordi, nei film, nelle ultime apparizioni. Perché la sua anima è immortale e incorruttibile. Chi muore non ci abbandona, continua a vivere in un altro modo che è spirituale", così il rettore della basilica Santa Maria in Montesanto - la chiesa degli artisti - don Walter Insero, durante l'omelia. Nelle parole del sacerdote anche il ricordo della lunga e "luminosa" carriera di Buzzanca e dell'amore per la moglie Lucia, sposata nel 1957 e scomparsa nel 2010. "Un artista disponibile e generoso - lo ricorda così don Insero - Un uomo elegante, una persona per bene e di parola".
    Al termine della messa, dopo la preghiera degli artisti, Massimiliano saluta Lando con una lettera. "Hai visto papà quanta gente? - chiede guardando la bara al centro della chiesa -. Sono tutti qui per il tuo ultimo spettacolo, pronti ad applaudirti appena il sipario si chiuderà su quella che è stata la tua più grande interpretazione, la tua vita. Ci mancherai".
    Massimiliano all'uscita porta in spalla la bara. Inizia a piovere, qualcuno apre un ombrello, qualche altro si ripara in un abbraccio e ricorda Lando con il sorriso, con qualche aneddoto divertente e gli occhi bagnati di commozione. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it