"La prima telefonata di Lucio Dalla al mattino, alle 6, 6,30, era al produttore bolognese Bibi Ballandi. La seconda a mio marito Michele Mondella, suo promoter per oltre 40 anni. Lucio riempiva la vita, lavorare insieme era l'esperienza più bella che potesse capitarmi": lo racconta all'ANSA Silvana Casato, vedova di Mondella, discografico e ufficio stampa, morto nel 2018. Dagli esordi con la RCA, Mondella ha seguito Dalla, Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Gianni Morandi. "Lucio dava a tutti un soprannome. Io ero 'Silvanella', Michele 'il trucido'. Mentre faceva una cosa ne pensava già altre con genialità e condivideva tutto con il suo staff", racconta Casato. "Dalla ha iniziato a lavorare con Michele nel '70, io sono arrivata nel '77. Al primo posto - spiega - per noi c'erano gli artisti".
Del gruppo di amici, una famiglia, facevano parte Tobia Righi, Renzo Cremonini, Bruno Sconocchia, l'avvocato Eugenio D'Andrea, la storica segretaria Paola Maieli e poi tanti musicisti, gli Stadio e quelli prodotti da Lucio come Luca Carboni, Samuele Bersani, Angela Baraldi, "c'era anche lei a Sorrento il giorno in cui nacque 'Caruso'", ricorda Silvana.
Lavoro, vacanze e problemi si intrecciavano. "Quando Lucio arrivava a Roma preparavo la cena per lui e i suoi ospiti. Preferiva hamburger o polpette con più tipi di verdure. Diceva di essere allergico ai carboidrati ma era solo una delle sue bugie. Non beveva vino e non mangiava dolci. Gli piaceva vedere i film insieme al nostro Cavalier king. 'Cucini talmente bene che ti sposerei anche se fossi di Brescia', disse una sera. Chissà perché Brescia... Una volta telefonò mostrandosi preoccupato: 'Mi sono messo i calzini ma non capisco perché un piede puzza e l'altro no'. Impossibile annoiarsi con lui".
Della vita privata non parlava, ma "la sorella di Renzo Cremonini e un'architetta di Pesaro sono due delle storie che ricordo", dice. "Quando ero incinta non glielo dissi. Michele doveva partire con Lucio e decidemmo di anticipare tre giorni il parto programmato. Dopo la nascita di Dario, Lucio arrivò da me con un mazzo di fiori di pesco che era il doppio di lui", ricorda. A Bologna "addobbava la casa per Natale dal 1 novembre al 28 febbraio. Da San Gregorio Armeno mi portò tre presepi che conservo con un bellissimo Pulcinella", racconta. "Era generoso e proiettato nel futuro. Amava Napoli", aggiunge. Qui, al museo Mann, sarà inaugurata una mostra nel giorno in cui Lucio avrebbe compiuto 80 anni, sabato 4 marzo.
Un amore di Dalla era il mare. "Nel tour Isole un giro in barca incredibile. Una volta, andando con la stampa alle isole Tremiti, Lucio scortò il traghetto da solo su un tender. Nessuno sapeva che fosse lì", racconta. Il giorno della sua morte, il primo marzo 2012, Dalla ha lasciato un grande vuoto. "Fino alla sera prima era al telefono con Michele a fare progetti, stava aiutando Pierdavide Carone con il quale aveva partecipato a Sanremo dirigendo l'orchestra. Quel giorno anche Michele iniziò a morire. Un altro momento difficile - conclude Silvana - fu quando si lasciò con De Gregori. La fine di un mondo".