''Con l' orchestra e il coro abbiamo mostrato grinta e continuità affrontando sempre con prontezza e con la voglia di fare bene ogni repertorio, da Bach a Bernstein, Verdi e Rachmaninoff alla musica contemporanea.Il mio sviluppo personale è andato di pari passo con l' orchestra, siamo cresciuti insieme''.
Proprio con questo suo lavoro Pappano ha portato l' orchestra ceciliana nella rosa delle migliori compagini del mondo, ma non dà peso alle classifiche. 'Se l' orchestra suona bene ogni volta io sono contento - dice - ma per farlo ci vogliono sacrifici e una concentrazione pazzesca, soprattutto ora in cui tutto va molto veloce. Oggi è più difficile di un tempo. Quando ho diretto la prima volta l' orchestra di Santa Cecilia dopo due note ho sentito che c' era feeling, si è stabilito subito questo meccanismo chimico e così è andata''.
Che cosa porta via da Roma? ''Gli incontri, le amicizie che ho fatto, la generosità di tante persone nei confronti miei e di mia moglie. E il grande ricordo di una città che è tra i gioielli del mondo. Mi sono concentrato molto sul lavoro trascurando la conoscenza approfondita di Roma. Ho fatto delle scelte ma non sono ancora morto e Roma continuerà ad essere nella mia vita. Da direttore emerito tornerò con più libertà, libero dalle questioni amministrative''. Maestro che differenza c' è tra le orchestre inglesi e italiane? ''Lì sono concentrati su uno, massimo due concerti ogni volta e quindi sono più veloci. Qui sono irriconoscibili, prima non avevano questa velocità. Con l' orchestra inglese il suono lo devi creare, qui c' è già il fiuto per i colori e la creatività. Io l' orecchio italiano ce l' ho e in questi anni l' ho portato in Inghilterra e viceversa''. Il futuro di Pappano a Santa Cecilia prevede nella prossima stagione la preparazione dei concerti in programma a Salisburgo e nel 2025 una permanenza nella capitale di una settimana. Ora, però, lo aspetta un momento particolare, la cerimonia a Londra per l'incoronazione del Re. ''E' un programma enorme - dice sir Tony - dirigo per più di un' ora.
Sarò impegnato in cinque pezzi nuovi tradizionali di autori inglesi. Re Carlo ha scelto il programma nella sua interezza.
Pezzi con coro, organo, orchestra, fanfare, sarà una sfida impegnativa. Essere stato scelto è una cosa molto bella. Per Carlo avevo già diretto in occasione dei suoi 70 anni. Essere stato scelto è una cosa molto bella''.
''Oggi - osserva - internamente sono un direttore più bravo di quanto ero prima. La cosa che mi è costata molto è convincere l' orchestra su come vendere un pezzo contemporaneo, catturare l' attenzione degli orchestrali prima di quella del pubblico. Cercare i colori e una drammaturgia che puoi anche inventare è stato un lavoro impegnativo che ha dato i suoi frutti. L' orchestra ha capito che qualcuno può trasformare il confronto con la musica moderna in una esperienza non troppo faticosa''. (ANSA).
Pappano saluta Santa Cecilia, 'ora sono più bravo'
L'ultimo podio dopo 18 anni. Dirige per incoronazione Carlo