Messo in ginocchio dalla Grande Guerra, nel febbraio del 1917 (secondo il calendario ortodosso) l'Impero Russo vede scoppiare una grande rivolta di popolo.
L'economia al collasso, la mancanza di cibo e dei più elementari beni di prima necessità portano i lavoratori delle fabbriche a dare il via, il 23 febbraio, a uno sciopero generale nella capitale Pietrogrado (San Pietroburgo).
Le cose cambiano con il ritorno in patria, aiutato dai tedeschi, di Vladimir Lenin, in esilio in Svizzera per le sue idee sovversive. Nelle famose Tesi di Aprile, un decalogo di linee guida, Lenin chiede che si ponga fine alla Guerra, che venga assegnata la terra ai contadini, che ci sia la conquista diretta del potere da parte del proletariato attraverso i soviet e introduce la parola comunista per definire il nuovo partito.
Passato nelle mani dell'ex ministro Aleksandr Kerenskij, il governo provvisorio continua però a inviare truppe al fronte e scoppiano così nuovi tumulti del popolo che chiede l'uscita della Russia dal conflitto mondiale. In agosto il generale Kornilov, convinto sostenitore della guerra, decide di lasciare il fronte e marciare su Pietrogrado per prendere il potere. A quel punto Kerenskij, ormai indebolito, è costretto a chiedere aiuto ai bolscevichi che con una mobilitazione proletaria organizzano una difesa della capitale. Kornilov viene sconfitto e arrestato. Il 24 -25 ottobre 1917 (secondo il calendario russo) inizia quella che passerà alla storia come la Rivoluzione d'Ottobre. Viene assaltato il Palazzo d'Inverno, allora sede del governo che viene destituito. Lenin annuncia la presa del potere dei bolscevichi.
1917, l'anno che cambiò per sempre l'Impero Russo
La deposizione dello zar e la Rivoluzione d'Ottobre