"Più fondi al teatro. Non è una promessa ma una certezza".
"Il teatro è ineludibile, è luogo dello sguardo - esordisce Gabriele Lavia -. Si diceva che il cinema lo avrebbe ucciso, mi pare una profezia poco azzeccata". "Io ho cominciato con il teatro all'Accademia e come Albertazzi, se devo morire, anche io voglio morire in teatro", incalza Michele Placido. "La qualità si può fare solo con il denaro. Il problema vero oggi è l'industria che manca", punta il dito Luca Barbareschi. "Un Paese che non ha cultura teatrale come cultura centrale è un paese meno civile di altri. Ma non basta dargli ossigeno come a un moribondo. Bisogna incentivare", suggerisce Nicola Piovani.
Tante le richieste e i suggerimenti, da Claudia Gerini che punta alla formazione nelle scuole alla valorizzazione del repertorio del Novecento secondo Geppy Gleijeses. E poi i problemi contrattuali che spesso "affamano" gli attori in tournée, come denuncia Mariangela D'Abbraccio, e la tempistica dei finanziamenti che mette in ginocchio i bilanci, aggiunge Alessandro Preziosi. Fino alla concorrenza sleale dei teatri pubblici verso i privati, come denuncia il direttore del Parioli Piero Maccarinelli. Tra le risposte del prossimo Codice la prima è quella che il Teatro non sentiva da tempo. "In Italia abbiamo settori un po' Cenerentola - dice Mazzi -. Al teatro vanno 91 milioni di euro l'anno di finanziamenti. Al cinema 750, poi 200 all'Opera e poco più di 300 per tutte le altre arti. Cercheremo di capire quale è la quota minima che serve al settore teatro per migliorare la situazione, ma sicuramente aumenteremo la contribuzione cercando risorse fresche. Se non le troveremo - aggiunge - rimoduleremo i finanziamenti. Non è una promessa, ma una certezza".
In arrivo c'è anche "il tax credit" e poi si lavora "all'allargamento della platea per l'Art Bonus" e, aggiunge, "ragioneremo sulla richiesta che arriva da più parti per la creazione di registri" per chi nel teatro lavora stabilmente.
"Il tax credit sicuramente aiuterà tutti coloro che non possono beneficiare dell'ex Fus - commenta Alessandro Longobardi, alla guida della Sala Umberto e del Teatro Brancaccio a Roma - È necessario fare altri incontri per approfondire, ma direi che con il Codice siamo sulla buona strada".
"Un Codice - commenta Massimo Romeo Piparo, nella triplice veste di regista, direttore del Sistina a Roma e presidente dell'Associazione italiana teatri privati - che finalmente premia il merito, si prefigge di equilibrare le risorse tra teatro pubblico e privato, tra cinema e spettacolo dal vivo, ma soprattutto ribalta quel meccanismo antico dell'ex Fus che premiava le perdite e finalmente potrebbe premiare il merito e i numeri. Se davvero si realizzeranno la metà delle cose evocate oggi, per il settore sarà la svolta che aspettavamo da tempo".
Dal tax credit a nuovi fondi, il Teatro festeggia
Da Lavia a Placido al terzo incontro a Mic per Codice spettacolo