Cultura

I Metallica infiammano Milano, in 70mila per i re

'Dentro è come se fossimo ancora 16enni. Non ci fermeremo mai'

Redazione Ansa

   Passione o mestiere poco importa. Sessant'anni suonati, i capelli imbiancati e quarant'anni di gloriosa carriera che li ha consacrati a padri nobili del genere che hanno contribuito a creare non intaccano l'energia dei Metallica, che regalano agli oltre 70 mila fan accorsi ad applaudirli ieri a Milano, due ore di granitico, rodato e sudatissimo heavy metal.

    Quella dell'Ippodromo Snai La Maura - concerto iniziale dell'edizione 2024 del festival I-Days - è l'unica data italiana del quartetto californiano, tornato in Europa con il suo M72 World Tour, lo show avviato nel 2023 in scia alla pubblicazione dell'album 72 Seasons, dodicesima fatica della band di Los Angeles.

    Introdotti come sempre dalle note de `L'estasi dell'oroï di Ennio Morricone, Hetfield e compagni sferzano le loro truppe (mai così numerose in Italia) con la scarica di adrenalina di Creeping Death e le atmosfere pesanti di For Whom the Bells Toll, classici del loro secondo album Ride the Lightning, anno 1984. Tutti in nero, con l'eccezione del chitarrista Kirk Hammett, che indossa una giacca pitonata bianca su una camicia raffigurante un'immensa tigre, i 'Four horsemen' dominano il gigantesco palco montato a La Maura con un'energia inversamente proporzionale alla loro età.

    Si prosegue con Holier than thou e Enter Sandman, la canzone che ne ha sancito il successo planetario, ma che, insieme al Black Album da cui è tratta, ha spostato la band verso sonorità hard rock e accigliato i metallari duri e puri. 72 Seasons, Too Far Gone? e Shadows Follow, dall'ultimo album, si alternano con le amatissime Welcome Home (Sanatarium), ballata elettrica ispirata al film 'Qualcuno volò sul nido del cuculo', e la strumentale Orion, a saldare passato e presente della band. In mezzo il bassista Trujillo, insieme a Hammett, gigioneggia col pubblico, regalando l'improbabile cover di Acida dei Prozac+.

    Si torna al Black Album con Sad but True e la 'ballatona' Nothing Else Matters, sul cui arpeggio iniziale Hammett si fa perdonare, oltre all'outfit, anche una stecca. Dimenticati gli album della 'terra di mezzo' (da Load del 1996 fino ad Hardwire… to Self-Destruct del 2016), si chiude con Lux Aeterna, primo singolo di 72 Seasons, e un terzetto anni '80 che fa tutti contenti: Seek & Destroy (con tanto di palloni giganti lanciati sul pubblico), One e Master of Puppets, la canzone più amata, resa ancora più popolare dalla serie Stranger Things.

    "Siamo vecchi ma dentro è come se fossimo ancora sedicenni", rassicura il pubblico Hetfield, da solo in grado di riempire il palco col suo carisma. Dopo quarant'anni da quel 1983, anno di pubblicazione di Kill'em all, la musica è sempre la stessa, passione o mestiere che sia. D'altra parte lo cantavano già allora: "Non ci fermeremo mai, non molleremo mai perché siamo i Metallica". Fuochi d'artificio, saluti, applausi e alla prossima. 

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