Cultura

Morta Franca Bettoja, attrice amata e signora a casa Tognazzi

Moglie di Ugo, dopo alcuni successi decise di lasciare il cinema

Redazione Ansa

Con la discrezione che l'ha sempre accompagnata in vita se ne è andata Franca Bettoja che tutti ricordano come la compagna e poi la moglie di Ugo Tognazzi, ma che alla fine degli anni '50 fu tra le più belle scoperte del cinema italiano, tanto da ricevere la Grolla d'oro come migliore attrice già nel 1958 con "L'uomo di paglia" di Pietro Germi, la sua seconda apparizione sul grande schermo.
    Minuta, spesso bionda per la moda del tempo, aria sbarazzina.


    In anticipo sulla sua epoca, diventò popolare grazie a un'altra scelta controcorrente: nel 1960 con "La pisana", sceneggiato Rai diretto da Giacomo Vaccari e tratto dalle "Confessioni di un italiano" di Ippolito Nievo, entrò nelle case degli italiani ritagliandosi un ruolo importante tra Lydia Alfonsi, Giulio Bosetti, Marina Berti, Claudio Gora e tanti altri in una serie tv che fece scalpore (per la prima volta una donna in camicia da notte invitava un uomo nella sua stanza) e fu autentica fucina di talenti.


    Sembrava che il talento della Bettoja, romana e di buona famiglia, nata il 14 maggio del 1936, fosse davvero sul punto di sbocciare. Invece fu attratta dal cinema popolare come la serie salgariana su Sandokan (due titoli), il cinema in costume ("Orazi e Curiazi", "Il leone di San Marco"), la commedia ("Il giorno più corto"). Di lei si accorse Alfredo Giannetti offrendole un ruolo di prestigio in "Giorno per giorno disperatamente" (1961), tornò in tv come conduttrice del varietà "A tempo di jazz" di Adriano Mazzoletti, scelse un copione davvero in anticipo sui tempi come il distopico "L'ultimo uomo sulla terra" di Ubaldo Ragona con Vincent Price come partner, che oggi è ricordato come un autentico titolo di culto, ma all'epoca passò quasi inosservato.
    Talento curioso e poco disponibile ai compromessi, incontrò Ugo Tognazzi nel 1967 sul set de "Il fischio al naso", prima regia del grande attore, ispirato al romanzo di Dino Buzzati.
    Lui veniva da due matrimoni turbolenti, lei se ne innamorò e, anche se si sposarono solo anni dopo, gli regalò due figli: Gianmarco e Maria Sole che fece crescere nella grande "famiglia allargata" di Ugo, insieme ai più grandi Ricky e Thomas, figli dei matrimoni precedenti.


    Negli anni '70 Franca Bettoja aveva perso il gusto del cinema, preferendo dedicarsi alla casa e a passioni singolari come la rispettata loggia massonica femminile inaugurata insieme alla madre nel 1975. Era la Signora della gran casa Tognazzi, gestita sempre con mano ferma e aperta a tutte le ore per gli amici e colleghi del marito. Fu così che Ettore Scola la convinse a tornare sul set per "Riusciranno i nostri eroi"(1968), mentre Marco Ferreri la volle nel cast di "Non toccate la donna bianca" del 1975.


    Ma si trattava ormai di divertimenti quasi occasionali a cui cedeva più per simpatia che per vocazione come nella sua ultima apparizione al cinema ("Teste rasate" di Claudio Fragasso), ruolo accettato nel 1993 solo perché il copione le assegnava il ruolo della madre di Gianmarco Tognazzi. Per tutta la maturità è stata la scrupolosa vestale della casa di famiglia a Velletri e si è concessa un ultimo momento di notorietà accettando di essere la protagonista della mostra "Franca Bettoja Tognazzi: la moda di un'attrice" inaugurata a Castel Sant'Angelo nel 2022.
    Tra le foto e i ricordi che popolano la mostra si intuisce bene come la sua vita sia sempre stata controcorrente in un'Italia molto più provinciale di lei che aveva invece mille curiosità e talenti. Oggi è per questo che va ricordata: come un'attrice che scelse di allontanarsi dalle luci della ribalta per vivere la vita a fianco di un "mattatore" fin troppo famoso per lei.
 
   

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