Martin Scorsese non ha nessuna intenzione di ritirarsi. È il grande regista in persona a rassicurare chi aveva visto "un pericolo" nel rinvio della data dei suoi prossimi lavori.
Scorsese, considerato il più grande cineasta americano vivente, spiega che il biopic su Frank Sinatra è stato rinviato e che ora sta lavorando su un altro film incentrato sulla vita di Gesù. Ma non solo. "Mi piace il mix di fiction e documentario - racconta -, guardo al passato. Sono stato produttore esecutivo di un film sull'archeologia sottomarina, nei giorni scorsi ero a Ustica e Taormina. Ecco perché le tempistiche si sono allungate: ho un progetto a Roma, oggi sono a Torino, poi tra un paio di giorni tornerò in Sicilia. Andrò nella città di mio nonno, Francesco Scozzese, si chiamava così, sono gli americani che ci hanno ribattezzati Scorsese. Voglio capire le mie radici, è un viaggio sentimentale, ma mi piace pensare che da questa mia esperienza verranno fuori altri film".
Il regista definisce il film Gangs of New York, di cui il Museo del Cinema espone i costumi originali, "uno specchio ancora attuale degli Stati Uniti, una sorta di previsione azzeccata": "Quando ho girato il film abbiamo indagato su questo esperimento di governo, l'idea dell'immigrato, che nel 1840 si trasferisce in un altro Paese. Erano presenti molti gruppi etnici e oggi abbiamo di nuovo i gruppi che c'erano all'epoca del film. È accaduto in passato e non sappiamo cosa possa succedere tra qualche settimana. Questo esperimento, che chiamiamo democrazia, potrebbe continuare oppure finire".
Scorsese parla a lungo anche del suo amore per il restauro dei classici, una passione per la quale riceve dal presidente del Museo Enzo Ghigo e dal direttore Domenico De Gaetano un Dcp con alcune scene inedite di Cabiria, il primo kolossal apparso sul grande schermo, diretto da Giovanni Pastrone nel 1914. Il regista racconta quanto sia stato complesso, quando ancora non c'erano l'home video e le piattaforme digitali, far comprendere agli Studios l'importanza della conservazione delle pellicole.
Cita l'incendio a Santa Monica a metà degli anni Sessanta in cui finì in cenere Quarto Potere. "Allora - ricorda Scorsese - esistevano solo magazzini che nascondevano tesori spesso in pessime condizioni. Nessuno si prendeva cura di stampe e negativi, spesso il rosso acceso del technicolor si trasformava in rosa pallido". Bisogna salvaguardare il cinema classico "per mostrare i film nelle scuole attraverso un'accurata selezione".
Il cinema innanzitutto, ma senza guardare dall'alto in basso le altre forme di comunicazione. "È conoscenza anche TikTok. Io non sapevo cosa fosse. Ci sono finito perché me lo ha fatto fare mia figlia. Fa parte della comunicazione, tutti gli strumenti sono utili se servono a dire qualcosa" sottolinea il regista che domani in una Masterclass alla Mole parlerà del suo cinema, dopo un bagno di folla sul red carpet.
Scorsese: "Non penso al ritiro, ho ancora film da girare"
Il regista a Torino per ricevere il Premio Stella della Mole