Cultura

La città-utopia di Sciascia e Burri Capitale d'arte per il 2026

A Gibellina il riconoscimento per l'arte contemporanea del Mic. L'omaggio a Ludovcico Corrao, sindaco visionario, che fece di Gibellina un laboratorio d'arte

Redazione Ansa

Rinascere da una catastrofe, ambientale e cultuale, puntando sull'arte. Forse non capita per caso, o almeno ne è una interessante coincidenza, la proclamazione di Gibellina come la prima città ad essere insignita in Italia del titolo di Capitale dell'arte contemporanea 2026 che gli vale 1 milione di euro per finanziare "progetti culturali che prevedono attività come mostre, festival e rassegne, oltre alla realizzazione e alla riqualificazione di spazi e aree dedicate alla fruizione dell'arte contemporanea".

Dopo quasi sessant'anni la cittadina che fu l'epicentro del catastrofico terremoto che devastò, nel 1968, l'intera valle del Belice, il primo grande disastro naturale dal secondo dopoguerra, viene premiata per la scommessa fatta dall'allora primo cittadino.Un visionario che si immaginò di far risorgere la sua terra dalle ceneri del cataclisma e dalla povertà di un territorio rimasto ai margini del boom economico, nientedimeno che grazie alla cultura e all'arte. Si chiamava Ludovico Corrao, l'uomo, giurista e politico, che l'anno dopo il terremoto si candidò sindaco con questa folle idea.

Lanciò un appello a cui risposero artisti di fama mondiale, da Pietro Consagra autore della Stella, il monumento porta di ingresso della valle del Belice ad Alberto Burri, che realizzo realizzò il suo Cretto, sulla vecchia Gibellina, a memoria del sisma che la distrusse.

Ma da tanti altri, da Mario Schifano ad Andrea Cascella, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino di cui svetta l'installazione Montagna di sale, Franco Angeli, Leonardo Sciascia che ne è cittadino onorario. Il paese divenne subito un immenso laboratorio di sperimentazione e pianificazione artistica. E tra alti e bassi porta avanti la tradizione: ancora questa estate sul Cretto di Burri al tramonto veniva celebrato l'omaggio a Danilo Dolci, nel centenario dalla sua nascita, con uno spettacolo di Davide Enia per il Festival delle Orestiadi di Gibellina.
   

A quello spirito si riallaccia la candidatura e l'assegnazione di questo riconoscimento che è del governo e che, come il signor Bonaventura di Tofano, regalerà 1 milione ai gibellinesi. La Giuria ha preferito la proposta del comune siciliano a quelle delle altre quattro finaliste, su 23 concorrenti: Pescara, Carrara, Gallarate e Todi.
    E' un passato che torna e a cui rende onore il ministro della Cultura, Alessandro Giuli che riconosce alla prima Capitale italiana dell'Arte contemporanea, il rango di "un progetto organico e solido" che consegna "all'Italia di oggi un esemplare modello di intervento culturale fondato su valori e azioni che riconoscono all'arte una funzione sociale e alla cultura lo statuto di bene comune". Il progetto con cui Gibellina ha vinto si intitola "Portami il Futuro" e si sviluppa attraverso "iniziative legate all'arte e alla creatività contemporanea, dalla progettazione culturale alla rigenerazione urbana, al restauro e soprattutto alla costruzione di una visione sul futuro che sappia tener conto della bellezza come valore condiviso e rigenerante".
   

A Corrao rende omaggio anche l'attuale sindaco della cittadina che ha accolto la notizia con un urlo di giubilo che si è levato dall'aula consiliare. A Roma per la proclamazione, il primo cittadino di Gibellina, Salvatore Sutera, visibilmente emozionato, ha ringraziato per primo il vecchio sindaco "visionario" e "battagliero". Ma soprattutto ha lanciato un segnale di speranza "in questo momento di tante catastrofi", per dire che "dai momenti bui si può rinascere con una nuova identità". "La scommessa di papà oggi continua a vincere. Dobbiamo creare ponti che portano emozioni, fiducia nel futuro, speranza nelle persone" ha gioito anche Francesca Corrao, figlia i Ludovico, arrivata a Roma, insieme alla sorella Antonella, per l'annuncio della città vincitrice.
   

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