"Sono onorato, emozionato questa è casa mia, Roma è casa mia". Antonello Venditti ha ricevuto in Campidoglio, dalle mani del sindaco Roberto Gualtieri, la Lupa Capitolina. Il cantautore ha donato in cambio al primo cittadino il suo iconico cappello bianco: "Il cappello il simbolo della mia vita, dove lo appoggio è casa mia, lo consegno al sindaco come segno d'amore per tutti voi".
"Amo Roma in tutte le sue forme - ha detto ancora il cantautore - Ho una vocazione che mi fa amare la citta con i suoi difetti, siamo arrivati ad amare le buche di Roma, sono parte della nostra vita, ci facciamo crescere i fiori". Da qui però anche l'appello, ai romani, "a rispettarla di più, i romani devono dare di più. Vogliamo fare Roma great again" ha aggiunto parafrasando lo slogan di Trump, proprio accanto al sindaco dem. "Roma è facile amarla e odiarla, se sei romano - ha detto poi - Noi non sopportiamo le critiche altrui. Questa invece è una citta amatissima".
In Aula, sugli scranni gli studenti del liceo Giulio Cesare, cantato da Venditti in un suo celebre brano, ma anche - una sorpresa organizzata dalla consigliera PD Cristina Michetelli, firmataria della mozione per la Lupa all'artista - la classe di scuola, al Visconti, del sindaco Gualtieri. "È una Lupa - ha detto il sindaco - che noi diamo con gioia cuore e gratitudine perché l'arte di Venditti non va descritta: parliamo di un poeta che ha saputo cantare e raccontare la nostra città, sentimenti, passioni e dolori. Ci ha raccontato: la mia generazione si sente rappresentata dalla sua arte con le melodie straordinarie e i testi che vanno al cuore di tante dimensioni della nostra esistenza, raccontata con vena poetica profonda. Il suo primo disco esce nel 72, iniziare con Roma Capoccia e Sora Rosa, una cosa incredibile, capolavori assoluti, un protagonista della scuola romana. La voce di una città e di tante generazioni. È una bella persona e sono contento di godere della sua amicizia, e ha una passione viscerale per la sua città. La sua presenza ci da forza e coraggio di andare avanti. Sei una voce della città che hai saputo raccontare, e so che continuerai a farlo". "Un grandissimo artista - ha detto la presidente dell'Assemblea Capitolina Svetlana Celli - un cantautore romano che ha portato Roma in giro per il mondo. Un figlio di Roma".
"Per me - ha detto infine Venditti - parlano le mie canzoni, la canzone che ho scelto per raccontare questo momento è una canzone che è nata per quelli che amano Roma e non sono romani. Ho scelto 'Ho fatto un sogno', che ha dentro me, Roma, Morricone, il maestro Serio, il sindaco Rutelli". Per il futuro altri concerti al Circo Massimo? "No - ha risposto il cantautore - ma a Caracalla sì. Il Circo Massimo è un santuario che andrebbe usato come tale. Noi volevamo fare arrivare la musica a tutti. Oggi la musica arriva a chi la paga. Ho scritto una legge sulla musica popolare nella Costituzione: quando avrà la sua dignità di arte tante cose cambieranno, non sarà in mano ai padroni. Se fossi sindaco per un giorno? Per fortuna non faccio il sindaco, ma posso dare aiuto, conforto e lavoro".