Nessun "effetto nostalgia": gli anni Ottanta, musicalmente parlando, furono l'espressione di una "creatività fortissima, esplosiva"; anni in cui, con l'arrivo della tecnologia applicata alla musica, cambia tutto. E dunque, "tutto diventa possibile". Ne sono convinti Fabio di Ranno e Fabio Fraschini, i due padri del progetto musicale 'Milano 84' che con 'Ultradisco' affrontano quello che, come diceva Caparezza, "è sempre più difficile nella carriera di un'artista": il secondo album.
Nei Settanta si affermarono la disco e il funky, nei novanta fu la volta dell'house e della techno. Generi che hanno lasciato e continuano a lasciare il segno. E gli ottanta? "Sono gli anni del computer, dei synth - rispondono convinti i due - E il passaggio dall'analogico al digitale diede tante possibilità espressive agli artisti". Un passaggio epocale che ha trasformato gli anni Ottanta in "un immenso digital dream, dove tutto era possibile: le ciglia finte sembravano vere".
Ma non c'è solo questo: proprio house e techno, è la tesi di Milano 84, "sono figlie degli anni '80 e, almeno per quel che riguarda l'house, dell'italo disco. La techno, poi, non sarebbe probabilmente esistita senza lo slancio futurista del post-punk, del synth pop e della new wave. La possibilità di ballare qualcosa che non fosse propriamente dance nasce, in definitiva, negli Ottanta. E arriva fino a oggi".
Già con il nome scelto, Milano '84, il rischio effetto nostalgia è però ad un passo, con i paninari, San Babila e tutto il resto. Nostalgia e rivalutazione di anni che hanno visto la fine delle ideologie e l'inizio di un periodo in cui ogni certezza accumulata nei decenni precedenti si va via via sfaldando.
"A noi sinceramente interessa poco rivalutare, come anche giocare sull'effetto nostalgia - rispondono sicuri - Ci attrae di più, come diceva Franco Battiato, quando si riprendono discorsi interrotti tempo addietro, e siccome sono interessanti si decide di continuarli. In questo senso, gli Ottanta sono espressione di una fortissima creatività esplosiva. E Milano ne è stato il centro italiano".
Ed inoltre, sottolineano, "ci piace molto, piegare la linea temporale passato, presente, futuro. In musica è quanto mai possibile giocarci e far prevalere a volte l'una o l'altra temporalità, a seconda di quel che ci suggerisce una canzone". Ma non solo. Non è detto che per Milano 84 il futuro sia ancora anni Ottanta. "Abbiamo in fondo un'identità musicale eclettica, frutto dei nostri ascolti più vari, come pensiamo evidenzi Ultradisco. Quindi non è detto che resteremo sempre legati agli Ottanta".
Però una certezza c'è: "facciamo e continueremo a fare pop songs per dancefloor. Canzoni romantiche, fondamentalmente felici e un po' malinconiche, sentimenti che si possono ballare". Musica all'insegna della spensieratezza, come fu negli Ottanta.
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