Cultura

Emergenza amianto, smart working a Viale Mazzini

Allarme dopo perdita di acqua, anticipata l'uscita dal palazzo

Redazione Ansa

Livelli di amianto oltre i limiti regolamentari in alcune aree del palazzo costringono la Rai ad anticipare i tempi di uscita dalla storica sede di Viale Mazzini e ad estendere lo smart working per i lavoratori. La decisione, comunicata oggi dall'amministratore delegato Giampaolo Rossi al consiglio di amministrazione, è stata presa - precisa l'azienda - "in via del tutto precauzionale e a maggior tutela dei dipendenti presenti nella sede". La presenza di amianto nell'edificio è un tema noto da tempo, tanto che nel piano immobiliare è previsto il trasferimento dei lavoratori in un immobile in via Alessandro Severo, a sud di Roma, in attesa della ristrutturazione della sede centrale della tv pubblica. Il trasloco sarebbe dovuto avvenire più avanti, nel corso del 2025, ma ora si è deciso di anticipare il cronoprogramma.

L'allarme è scattato a seguito di un guasto all'impianto di condizionamento che ha provocato un allagamento al piano terra e al primo piano di Viale Mazzini il 17 dicembre. Nelle aree interessate, che sono state chiuse, la Asl ha rilevato il superamento delle soglie di fibre previste dalla normativa e, di fronte al "rischio derivante dalle scarse condizioni di manutenzione degli impianti idrici che, per la loro vetustà, potrebbero subire rotture e perdite con possibile trascinamento di fibre", ha comunicato l'urgenza di procedere con l'uscita dei lavoratori dai locali nei tempi più brevi possibili, invitando l'azienda a presentare un cronoprogramma vincolante entro il 27 gennaio. La Rai ha dunque deciso di attivare immediatamente lo smart working per coloro che possono svolgere l'attività in tale modalità.

Per gli altri si effettuerà una ricognizione degli spazi disponibili in altri immobili per procedere in tempi rapidi al trasferimento. Il tema dell'amianto era tornato all'attenzione dell'opinione pubblica lo scorso maggio in occasione della morte di Franco Di Mare. L'inviato e conduttore Rai aveva reso noto di essere affetto da mesotelioma, a seguito dell'esposizione alle fibre di amianto nelle trasferte in zone di guerra, soprattutto nella ex Jugoslavia. Di Mare aveva più volte posto l'attenzione, insieme al suo legale e all'Osservatorio Amianto, sui pericoli della sede di Viale Mazzini. Pochi giorni dopo la morte di Di Mare, si era spento anche Mariusz Marian Sodkiewicz, ex dipendente della Rai affetto da mesotelioma, che per alcuni anni aveva lavorato nell'edificio centrale del quartiere Prati di Roma. Sodkiewicz aveva presentato un esposto ai magistrati capitolini per chiedere "di individuare e giudicare i dirigenti responsabili per la mancata protezione dei dipendenti esposti all'amianto".

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