Cultura

Erbil, al centro della furia dell'Isis

Allarme archeologi, stanno distruggendo patrimomio millennario

Archeologia: Erbil, al centro della furia dell'Isis

Redazione Ansa

   ''In Kurdistan l'Isis non sta distruggendo solo vite umane, ma anche una storia e una cultura millenaria. Con una furia paragonabile, forse, solo ai Khmer Rossi''. Il grido d'allarme arriva forte da archeologi ed esperti riuniti tra le foto che ritraggono Erbil, la Cittadella millenaria entrata a giugno nella World Heritage List dell'Unesco. L'occasione è il convegno ''Riflessioni sulla distruzione del patrimonio storico e archeologico del Kurdistan iracheno'' (che ANSA.it ha seguito in diretta streaming), ultimo appuntamento del calendario della mostra ''La Cittadella: Fascinazioni dell'antica Erbil, cuore del Kurdistan in Iraq'', organizzata dalla High Commission for Erbil Citadel Revitalization (HCECR) con l'Istituto della Enciclopedia Italiana e la Missione Archeologica Italiana nel Kurdistan Iracheno (MAIKI)-Sapienza, Università di Roma.
    ''Per noi che da un centinaio di anni siamo stati privati di un qualsiasi riconoscimento culturale - esordisce Soran Ahmad, segretario dell'Istituto Internazionale di Cultura Kurda - questa mostra è un'occasione per dire che i curdi non sono solo profughi o quelli che subiscono il genocidio, ma che abbiamo anche una storia millenaria da raccontare. Ora stiamo provando ad avere una nostra posizione di diritto e autodeterminazione, ma siamo anche costretti a difendere le nostre terre, i nostri bambini e donne che vengono uccisi, venduti o violentati" dai terroristi dell'Isis.
    Dal punto di vista archeologico, l'area intorno ad Erbil è una delle più ricche della storia dell'umanità. Punto d'incontro tra la Mesopotamia, l'altopiano iranico e l'Asia centrale, ha visto sorgere l'impero Assiro, poi passare Alessandro Magno vincitore su Dario III e nascere i primi monasteri cristiani. ''La Cittadella di Erbil - racconta il condirettore del MAIKI, Luca Colliva - ha almeno 6 mila anni di presenza umana continua.I ntorno ci sono i resti delle capitali assire, gli scheletri neandertaliani nella grotta Shanidar, in un'altissima concentrazione di siti dal paleolitico al periodo islamico''.
    Molti ancora tutti da sondare, scavare, studiare.
    ''Fino a pochi mesi - prosegue Colliva - riuscivamo a lavorare molto bene in cooperazione con gli enti locali. Oggi abbiamo dovuto bloccare tutto''. Le notizie che arrivano sono drammatiche, perché l'Isis distrugge tutti i siti sacri che si discostano dal suo credo. ''Hanno già colpito la tomba del profeta Giona, il Mausoleo di S. Giacomo, il sito di Hafatu.
    Stanno poi prelevando e distruggendo anche le statue assire conservate nei musei. E abbiamo notizie che stiano supportando scavi clandestini, per rivendere tutto ciò che trovano al mercato nero. Un traffico che è diventato per il califfato la seconda fonte di guadagno dopo il petrolio''. Una violenza sistematica, che porta via con se' patrimoni dell'umanità e anche secoli di tradizione di convivenza pacifica tra culture e credo diversi. Con una furia ''non paragonabile nemmeno all'Afghanistan - incalza il direttore dell'Istituto Internazionale di Cultura Kurda, Adriano Rossi - Lì la drammatica distruzione dei Buddah di Bamian fu un caso singolo.
    Qui è un'azione programmatica''.
    ''La comunità scientifica - conclude il condirettore del Maiki - si è già attivata, quantomeno per conservare la memoria di ciò che è distrutto. L'Italia è in prima linea contro i traffici illeciti. E anche noi speriamo di tornare in quelle aree in primavera. Questa mostra, infatti, è stata anche l'occasione per siglare un nuovo accordo pluriennale con l'High Commission for Erbil Citadel Revitalization, che prevede studi di reperti, prospezioni geofisiche e il nostro supporto per la formazione dei giovani studiosi locali''.(ANSA).
   

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