''In Kurdistan l'Isis non sta distruggendo solo vite umane, ma anche una storia e una cultura millenaria. Con una furia paragonabile, forse, solo ai Khmer Rossi''.
''Per noi che da un centinaio di anni siamo stati privati di un qualsiasi riconoscimento culturale - esordisce Soran Ahmad, segretario dell'Istituto Internazionale di Cultura Kurda - questa mostra è un'occasione per dire che i curdi non sono solo profughi o quelli che subiscono il genocidio, ma che abbiamo anche una storia millenaria da raccontare. Ora stiamo provando ad avere una nostra posizione di diritto e autodeterminazione, ma siamo anche costretti a difendere le nostre terre, i nostri bambini e donne che vengono uccisi, venduti o violentati" dai terroristi dell'Isis.
Dal punto di vista archeologico, l'area intorno ad Erbil è una delle più ricche della storia dell'umanità. Punto d'incontro tra la Mesopotamia, l'altopiano iranico e l'Asia centrale, ha visto sorgere l'impero Assiro, poi passare Alessandro Magno vincitore su Dario III e nascere i primi monasteri cristiani. ''La Cittadella di Erbil - racconta il condirettore del MAIKI, Luca Colliva - ha almeno 6 mila anni di presenza umana continua.I ntorno ci sono i resti delle capitali assire, gli scheletri neandertaliani nella grotta Shanidar, in un'altissima concentrazione di siti dal paleolitico al periodo islamico''.
Molti ancora tutti da sondare, scavare, studiare.
''Fino a pochi mesi - prosegue Colliva - riuscivamo a lavorare molto bene in cooperazione con gli enti locali. Oggi abbiamo dovuto bloccare tutto''. Le notizie che arrivano sono drammatiche, perché l'Isis distrugge tutti i siti sacri che si discostano dal suo credo. ''Hanno già colpito la tomba del profeta Giona, il Mausoleo di S. Giacomo, il sito di Hafatu.
Stanno poi prelevando e distruggendo anche le statue assire conservate nei musei. E abbiamo notizie che stiano supportando scavi clandestini, per rivendere tutto ciò che trovano al mercato nero. Un traffico che è diventato per il califfato la seconda fonte di guadagno dopo il petrolio''. Una violenza sistematica, che porta via con se' patrimoni dell'umanità e anche secoli di tradizione di convivenza pacifica tra culture e credo diversi. Con una furia ''non paragonabile nemmeno all'Afghanistan - incalza il direttore dell'Istituto Internazionale di Cultura Kurda, Adriano Rossi - Lì la drammatica distruzione dei Buddah di Bamian fu un caso singolo.
Qui è un'azione programmatica''.
''La comunità scientifica - conclude il condirettore del Maiki - si è già attivata, quantomeno per conservare la memoria di ciò che è distrutto. L'Italia è in prima linea contro i traffici illeciti. E anche noi speriamo di tornare in quelle aree in primavera. Questa mostra, infatti, è stata anche l'occasione per siglare un nuovo accordo pluriennale con l'High Commission for Erbil Citadel Revitalization, che prevede studi di reperti, prospezioni geofisiche e il nostro supporto per la formazione dei giovani studiosi locali''.(ANSA).
Erbil, al centro della furia dell'Isis
Allarme archeologi, stanno distruggendo patrimomio millennario