Il sorriso del satiro che sembra fissare il visitatore mentre danza, una mano sul fianco nudo, la pelle di latte sul cinabro sconvolgente delle pareti. La donna che si copre il volto mentre offre la schiena alla flagellazione.
Riportata alla luce a partire dal 1909, la Villa dei Misteri, costruita nel II secolo a.C. nella zona suburbana di Pompei, ebbe il suo periodo di splendore nell'età augustea, quando venne notevolmente ampliata e abbellita. Nata come villa d'otium, dotata di ampie sale e giardini pensili a poca distanza dal mare, cadde in rovina dopo il terremoto del 62 d.C., dopodiché venne trasformata in villa rustica con l'aggiunta di attrezzi agricoli e di torchi per la spremitura dell'uva. E' sempre stata tra le più visitate e note degli Scavi, soprattutto per la serie di affreschi del triclinio che raffigurano riti misterici. In più di un secolo dagli scavi che l'hanno riportata alla luce la villa non era mai stata interessata da restauri così vasti e complessi. Le pitture della villa si stavano sfarinando sotto l'azione continua di muffe e batteri e un degrado generale aveva aggredito anche i decori in stucco e i pavimenti in mosaico. I lavori, eseguiti dai restauratori di Giancarlo Napoli e coordinati da Stefano Vanacore, responsabile del Laboratorio di restauro della Soprintendenza di Pompei, sono stati supervisionati da Grete Stefani, archeologa direttrice degli scavi Pompei.
Villa dei Misteri, ecco le meraviglie
Dopo un anno di lavori tornano a splendere ambienti