Gino Severini, non solo Futurismo. Per la grande monografica allestita dal 19 marzo al 3 luglio negli splendidi spazi della Fondazione Magnani Rocca, a Mamiano di Traversetolo (Parma), tutte le stagioni creative dell'artista cortonese, dagli esordi divisionisti al ritorno al Classicismo dell'ultimo periodo, saranno rappresentate grazie a una selezione di circa cento opere, di cui ben 25 mai viste in Italia.
Fino alle riprese neocubiste e neofuturiste dei due decenni successivi. Punto di partenza della mostra sono due opere molto significative di Severini, conservate nella nella collezione permanente della Fondazione: il capolavoro futurista la 'Danseuse articulée' del 1915 e la matissiana 'Natura morta con strumenti musicali', realizzata nella prima metà degli anni'40, acquistate direttamente dal fondatore Luigi Magnani. Accanto a queste, saranno allestite circa cento opere, fra dipinti e lavori su carta di dimensioni importanti, fra cui alcuni studi preparatori. Il percorso espositivo si articolerà intorno ad alcune precise tematiche, presenti tanto agli esordi della sua pittura quanto nella maturità, affrontate in ogni sezione in chiave prima divisionista, poi futurista e cubista. Ecco quindi il Ritratto-Maschera, elaborato da Severini agli inizi della sua produzione per restare un soggetto importante anche nel periodo futurista (ritratti della moglie, delle cantanti del varietà, della famiglia) e in quello cubista. Il suo trionfo però arriverà nei secondi anni '30, con la rimeditazione del ritratto romano. Ma è Danza il tema che, proprio in ambito futurista, lo contraddistingue maggiormente, e per il quale elabora decine di composizioni che vanno da un primo carattere più descrittivo-cinetico (le ballerine dei café-chantant) a una formulazione quasi astratta come nelle serie delle 'Espansioni della luce'. Alla figura danzante, ritornerà alla fine dei '40, in opere neocubiste e neopuntiniste con le quali parteciperà alle edizioni della Biennale di Venezia del dopoguerra. Anche il Paesaggio e la Natura morta sono presenti sia nella fase divisionista sia in quelle futurista e cubista, mentre sarà la seconda a dominare gli ultimi decenni di attività. La mostra presenterà infine un approfondimento dedicato alla grande decorazione murale affrontata da Gino Severini in diversi periodi della vita. Basti pensare alla decorazione del Castello toscano di Montegufoni, che tuttora ospita l'incantevole Salottino delle Maschere musicanti (1921-1922), o alla decorazione della Maison Rosenberg a Parigi (1928). Di queste commesse saranno allestiti alcuni studi e maquette.
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