Il Parco dell'Appia Antica, il cuneo di verde e di storia che dal centro della Capitale arriva ai Castelli Romani, ha finalmente un suo piano d'assetto: uno strumento di governo, approvato questa mattina dal Consiglio regionale del Lazio, che rilancia un territorio unico al mondo per testimonianze storiche, archeologiche e naturali, e che ne disegna finalmente un volto unitario, nel segno della tutela archeologica, dello sviluppo sostenibile, della lotta all'abusivismo e al traffico. In una parola: della bellezza. Oggi, esulta il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, "è realizzato dopo trent'anni il sogno di Antonio Cederna e di una intera generazione". Quella degli intellettuali, degli urbanisti, degli architetti e dei giornalisti che sotto il suo impulso già dalla fine degli anni '50 si opposero alla speculazione selvaggia, al cemento e al saccheggio per inseguire un'idea - quella di un parco archeologico lungo la Regina Viarum - che risaliva già all'epoca napoleonica. Anni di battaglie, poi la nascita nel 1988 del Parco Regionale dell'Appia Antica, di cui lo stesso Cederna fu nominato presidente nel 1993. Oggi il Parco, che si affaccia lungo 16 chilometri dell'antica strada romana, è esteso su 3500 ettari, di cui oltre l'80 per cento di proprietà privata, tra abitazioni, terreni agricoli, attività commerciali. Un quadro frammentato a cui il Piano, atteso da decenni, darà omogeneità e chiarezza: un "restauro territoriale", lo definisce l'assessore regionale all'Ambiente Enrica Onorati, che si basa su un decalogo di obiettivi. Il primo è quello di poter vedere, finalmente, il territorio del Parco come un tutt'uno leggibile, anche realizzando una rete di sentieri turistici. Poi, il 'no' all'abusivismo, a quei nuclei edilizi di scarsa qualità che spesso ospitano "attività produttive incompatibili", da spostare altrove. Saranno valorizzate al contrario le aree agricole, sviluppando un'agricoltura di qualità e a basso impatto. Capitolo a parte il traffico: il Piano prevede di "cambiare i criteri di mobilità" così da permettere nel Parco la circolazione solo di turisti e residenti. E poi, naturalmente, garantire le condizioni per far proseguire la ricerca archeologica, contribuendo al rafforzamento del verde nei Comuni di Roma, Ciampino e Marino sui cui territori insiste il Parco. "Una data storica, una svolta per Roma" afferma dunque il governatore Pd. Piena la convergenza del M5s, che in Regione ha la guida della commissione Ambiente; qui il presidente Valerio Novelli ha lavorato a ritmi serrati per evitare che il Piano fosse adottato da un commissario ad acta dopo l'ultimatum della magistratura: "Un successo - ha detto - della partecipazione democratica e per il bene comune". Il prossimo passaggio è in un ordine del giorno di iniziativa pentastellata, approvato però a larghissima maggioranza in Consiglio regionale, che prevede in prospettiva di ampliare di oltre 1500 ettari la superficie del Parco, includendo tra gli altri anche i terreni del Santuario del Divino Amore.(ANSA).
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