Il corpo statuario languidamente adagiato ai bordi dell'acqua, il volto proteso verso l'azzurro del piccolo stagno. Mentre l'amorino accanto a lui sta per scoccare la freccia che gli sarà fatale e il cane gli tira la veste, nell'inutile tentativo di richiamarlo alla caccia. Dopo la strepitosa Leda con il Cigno venuta alla luce qualche mese fa, è un grande affresco con la figura di un Narciso l'ultima sorpresa dei nuovi scavi di Pompei. Un'opera "di grande interesse" e "con un forte richiamo erotico", sottolinea all'ANSA Massimo Osanna, direttore dello scavo nel Parco oggi guidato ad interim da Alfonsina Russo. Ma proprio come la Leda, "di ottima fattura", tanto che "potrebbe essere opera dello stesso pittore dei vip". La casa d'altronde era la stessa. Una grande domus ricca e alla moda affacciata su Via del Vesuvio, nella regio V dell'antica colonia romana, con decorazioni à la page e riferimenti ai miti come si conveniva alla dimora di una persona almeno economicamente molto su. E un'insistenza particolare sul tema dell'eros.
Incorniciato da una raffinata parete di un color ocra dorato, l'affresco del Narciso doveva essere il pezzo forte del grande atrio di quella casa, la cui entrata (fauces) era segnata da un Priapo con un grande fallo, augurio di fertilità. Un atrio imponente, con le pareti dipinte nei due classici colori pompeiani, il porpora e appunto l'ocra a contrasto con l'alto zoccolo nero, il tutto arricchito da trompe l'oeil architettonici e da leziosi amorini, gli 'eroti' della cultura greca, disseminati qua e là a suggerire, ancora una volta l'argomento erotico. Un grande atrio che rimarrà così, portato alla luce e restaurato solo in parte, precisa l'archeologo, perché lo scavo di quella casa purtroppo non rientra nei piani del Grande Progetto Pompei. "Già questo ulteriore tassello di lavori - spiega- è stato deciso in via eccezionale dopo il ritrovamento dell'affresco con Leda e il cigno proprio per permetterci di portare alla luce nella sua interezza almeno l'intera stanza da letto con Leda e renderla visitabile". Il ritrovamento del Narciso è stato quindi un ulteriore inaspettato regalo che aggiungerà meraviglia a meraviglia per i turisti quando fra qualche tempo anche questa domus verrà inserita nei percorsi di visita della millenaria cittadina. Peccato solo che la grande quantità di materiale piroplastico che con la furia dell'eruzione ha riempito quell'ambiente della dimora, abbia alla fine quasi cancellato il volto del giovane Narciso, di cui oggi possiamo apprezzare il corpo statuario ma non più cogliere lo sguardo, ragiona Osanna facendo notare il raffinato sfondo con l'ambientazione idillica e paesaggistica del quadro. Tant'è, la stanza da letto con l'affresco di Leda e il cigno, che ora è stata tirata fuori e ripulita in tutto il suo splendore, si trova proprio dietro questa parete con il Narciso.
"Si affacciava sull'atrio, per questo viene da pensare che la decorazione di questo ambiente fosse una sorta di introduzione al cubicolo di Leda", fa notare Osanna. L'impressione, commenta, è che tutti questi ambienti "fossero decorati con un inno alla vita e alla gioia". Qualche altra cosa di questa famiglia e di queste vite raccontano i tanti oggetti di uso quotidiano che gli archeologi hanno ritrovato nel sottoscala dell'abitazione, brocche, anfore, tanti oggetti di cucina, persino un imbuto in ferro. Peccato, davvero, che il proprietario di tanta magnificenza non abbia ancora un nome. L'ipotesi più probabile, argomenta Osanna, è quella di "un ricco commerciante, forse anche un ex liberto ansioso di elevare il suo status sociale con il riferimento a miti della cultura più alta". Di più non è detto che si riesca a sapere. "Non per ora, almeno, visto che gli scavi qui non potranno proseguire". Un mistero da risolvere, come tanti altri a Pompei, che verrà lasciato alle generazioni future.
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