(di Luciano Fioramonti)
(ANSA) - ROMA, 05 LUG - La statua di Dante che al centro di
piazza dei Signori guarda i palazzi dove Cangrande della Scala
lo accolse durante l' esilio da Firenze è la sua opera più
famosa. Ma Verona deve molto altro allo scultore ottocentesco
Ugo Zannoni che ai musei della città donò a più riprese nuclei
importanti di opere della sua collezione grazie alle quali è
nata la Galleria d' Arte Moderna.
Zannoni - osserva la curatrice Francesca Rossi, direttrice
dei Musei, che ha selezionato 83 opere dal corpus donato dall'
artista - apparteneva alla scuola scultorea milanese rivalutata
in tempi recenti ma a lungo bocciata dalla critica idealistica
novecentesca per il suo perfezionismo barocco e stroncata già da
un giovanissimo Roberto Longhi come espressione della "più
repugnante accademia". Il destino negativo della scuola
naturalistica e realista, in tempi in cui il successo premiava
l'impressionismo di Medardo Rosso e la rivoluzione plastica di
Rodin e Boccioni, riguardò anche la collezione che Zannoni
aveva donato tra il 1905 e il 1919 al Museo fatta di 212 opere
d'arte, 195 fotografie, 5 libri, 2 fascicoli a stampa, una carta
geografica. Nella raccolta sono presenti artisti che Zannoni
frequentò e altri animatori di ricerche scultoree e pittoriche
del secondo Ottocento, come Domenico Induno, Mosè Bianchi,
Filippo Carcano, Leonardo Bazzaro, Julius Lange, Luigi Nono, e
il più moderno pittore divisionista Angelo Morbelli. (ANSA).
Arte e mecenatismo, Verona celebra Ugo Zannoni
Con le donazioni dello scultore nacque la Galleria della città