(ANSA) - POMPEI, 03 FEB - "Cinquanta anni fa ho asportato da
un edificio questo frammento. Me ne vergogno e lo restituisco al
proprietario. Scusate". Con queste parole un anonimo cittadino
ha restituito alla Sovrintendenza archeologica di Pompei un
frammento di antesissa, che ritrae il volto di una donna in
terracotta e che solitamente rappresenta una parte sporgente
decorativa dei tetti delle domus antiche. Il reperto è stato
fotografato insieme al biglietto di scuse e la foto è stata
pubblicata su Instagram dal direttore generale ad interim della
Soprintendenza, Massimo Osanna, che ha commentato brevemente: "A
volte ritornano. Per posta, quasi settimanalmente", per dare a
intendere che - per fortuna - sono molti i 'pentimenti' dei
trafugatori di tesori antichi a cui seguono le restituzioni dei
beni rubati.
Il frammento di antesissa non è più grande di una decina di
centimetri - nei depositi della Soprintendenza ne sono presenti
centinaia - ma l'accompagna il grande fascino della bellezza del
decoro e della irripetibilità di un oggetto che data 79 dopo
Cristo. Come è potuto avvenire questo furto resterà un mistero.
Cinquanta anni fa non si dava al sito archeologico di Pompei
l'importanza di adesso e anche la custodia dei luoghi e dei
preziosi reperti era molto superficiale. Attualmente, gli Scavi
di Pompei contano, invece, su 400 telecamere di
videosorveglianza e l'attenzione sul comportamento di eventuali
malintenzionati non è solo dei custodi, ma anche degli stessi
visitatori che hanno maturato una cultura di maggior rispetto
del valore della città antica, patrimonio dell'umanità. (ANSA).
Pompei, visitatore pentito restituisce reperto rubato 50 anni fa
Osanna, "Inviato per posta alla soprintendenza, succede spesso"