(ANSA) - ROMA, 18 FEB - Il corpo e il paesaggio. Un rapporto
che muta, con il tempo e la cultura.
"Dopo aver affrontato, nelle passate edizioni, temi come il
suolo, gli animali, i prati - racconta all'ANSA Luigi Latini,
coordinatore delle Giornate insieme a Simonetta Zanon - ci è
venuto il desiderio di capire come ci hanno cambiato questi mesi
di lontananza dal mondo, che intanto invece continuava a
crescere autonomamente. Rinchiusi nelle nostre case, abbiamo
riscoperto occupazioni come la cura di un giardino o di un
balcone, che prima vedevamo solo come merce. Il mondo del
paesaggio - prosegue - dal punto di vista di chi ci lavora,
implica la vicinanza. Nella cultura italiana invece il tema è
spesso affrontato sul piano intellettuale, considerato
appannaggio di pochi e riferito a temi come la salvaguardia o la
protezione sociale. La cura del giardino pubblico, ad esempio,
appartiene ad altri, non è un fatto 'mio'. Non si sente la
responsabilità personale o un'adesione corporea. In questo siamo
molto differenti dai Paesi nord-europei".
Nelle Giornate si cercherà quindi di raccontare le diverse
declinazione del rapporto corpo-paesaggio. La prima, il 18/2, è
focalizzata sul tema Nell'immaginario, con interventi di Marc
Treib, professore emerito di architettura a Berkeley, l'artista
Massimo Bartolini, il regista Matteo Frittelli e il curatore
Nicolas Vamvouklis. (ANSA).
Corpi e paesaggi alle Giornate internazionali di studio
Al via 18/2, con Fondazione Benetton, 1/a volta on line