(ANSA) - FIRENZE, 24 MAG - Sono riemersi durante un restauro
gli occhi d'argento di Cosimo I de' Medici, busto monumentale in
bronzo realizzato da Benvenuto Cellini tra il 1545 e il 1548,
uno dei massimi capolavori del Museo nazionale del Bargello.
Durante l'intervento iniziato ad aprile, in vista del prestito
della scultura al Metropolitan Museum di New York per la mostra
'The Medici: Portraits and Politics, 1512-1570', sono riemerse
le lamine d'argento degli occhi, nascoste da secoli.
Affidato alla restauratrice Ludovica Nicolai, l'intervento,
spiega una nota, prevedeva la sola rimozione di alcuni prodotti
di corrosione della lega formatisi all'interno del busto. Ma
nell'occasione la restauratrice ha pensato di procedere anche a
un piccolo saggio sulla superficie degli occhi, per verificare
se fosse stata realizzata in argento. "Il tentativo ha dato
subito un risultato emozionante - racconta Ilaria Ciseri,
curatore delle collezioni del Museo nazionale del Bargello, che
ha seguito il restauro -, celato sotto uno strato scuro e
compatto è infatti emerso il chiarore di un metallo di colore
diverso dal bronzo e in breve la restauratrice ha potuto
accertare che il metallo era proprio argento. Benvenuto Cellini
aveva dunque adottato una tecnica usata fin dall'antichità per
impreziosire i volti delle sculture, inserendo lamine d'argento
all'interno degli occhi". Nei secoli successivi, forse tra Sette
e Ottocento, era poi stata stesa una patinatura scura per
uniformare cromaticamente gli occhi alla superficie bronzea del
busto. Keith Chistiansen, John Pope-Hennessy chairman del
dipartimento di European paintings del Metroplitan Museum of
Art, ha detto che il museo newyorkese "è lietissimo di poter
presentare, in occasione della grande mostra dedicata alla
ritrattistica fiorentina sotto Cosimo I de' Medici di prossima
apertura a giugno, la scoperta clamorosa che gli occhi del busto
in bronzo del duca Cosimo sono argentati". (ANSA).
Restauri, riscoperti occhi argento Cosimo I in busto Cellini
Al Bargello, intervento per prestito a Metropolitan Museum NY