VERONA - Il sottosuolo della Verona romana dell'epoca imperiale regala una sorpresa inattesa: la scoperta di un complesso del II secolo, di funzione ancora sconosciuta, con pareti affrescate in magnifici colori, sopravvissuti alla distruzione di un incendio. Elementi che da soli richiamano la suggestione di una Pompei in sedicesimo.
Dopo 15 anni dalle prime indagini, si è tornati a scavare, nell'ambito del più vasto progetto di ristrutturazione e riqualificazione dell'immobile avviato dai nuovi proprietari ed i ritrovamenti emersi negli ultimi giorni confermano la straordinarietà del complesso di età romana imperiale. Durante gli scavi sono stati rinvenuti murature affrescate, impianti di riscaldamento sia a pavimento che a parete, pavimenti in cementizio decorati da tessere e crustae. Inoltre anche in questo sito, come anche in altri contesti cittadini, un incendio sembra aver messo fine alla frequentazione del complesso. Ed è proprio questo aspetto - sottolinea la Soprintendenza - che avvicina questo ritrovamento a Pompei e ad altre città vesuviane: un evento calamitoso, in questo caso un rogo, ha segnato improvvisamente la fine di queste architetture, lasciando tracce tangibili della distruzione e dell'ultimo scenario di vita. Il ritrovamento è avvenuto nell'interrato di un ex cinema, chiuso da molti anni, in via Oberdan, la strada che collega Porta Borsari a piazza Bra. Porta Borsari costituiva il principale ingresso della città romana, immettendo l'importante via Postumia (che lambiva l'antico Foro Romano, l'attuale piazza Erbe) sul decumano massimo. Tutti i particolari su questo importante ritrovamento archeologico saranno illustrati in una conferenza stampa che si terrà a Verona giovedì 17 giugno, alle ore 12.
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