(di Luciano Fioramonti)
(ANSA) - ROMA, 11 LUG - ''Ho amato Alberto Giacometti in modo
reale e spirituale e vigeva tra di noi un sentimento che si
spingeva oltre le parole''. Cosi Soshana, nome d' arte di
Susanne Schüller, scriveva nel 1979 nei suoi diari del legame
con il grande scultore svizzero.
Soshana, nata a Vienna nel 1927, emigrò con la famiglia nel
1938 in America in seguito alle leggi razziali naziste. Alla
Washington Irving High School conobbe il pittore Beys Afroyim,
divenuto poi suo marito. Cominciò ad usare il suo nome d' arte
nel 1948 in occasione di una mostra al Circulo de Bellas Artes a
L' Avana. Nel 1952 si trasferì a Parigi dove frequentò
l'ambiente artistico e conosce Bazaine, Brâncusi, Calder,
Chagall, Ernst, Klein, Kupka, Picasso, Sartre, Zadkine e
naturalmente Giacometti. Nella capitale francese, dove la
stampa la definiva ''Cassandra della tela'', usò come studio gli
spazi che furono di Derain e Gauguin.
Le opere in mostra indagano il rapporto tra spazio, storia,
genere e sessualità in cui il legame con l'opera di Giacometti
si manifesta nello studio figurativo inserito in uno spazio
immaginario. Una galleria di ritratti, volti, figure sottili che
si appoggiano a tende scure o si proiettano su sfondi dorati, e
si possono dividere in tre gruppi. Il primo, che comprende il
ritratto di Isaku Yanaihara- filosofo giapponese di riferimento
per Giacometti- rappresenta una riflessione sul ruolo della
memoria; il secondo, in cui i volti ritratti richiamano il
profilo dello scultore e sottolineano l'incontro tra i due
artisti, riguarda il mistero dell'assenza; il terzo è dedicato
al trauma della guerra, in cui entra con forza l' esilio vissuto
dalla pittrice. Dai volti di Soshana e Giacometti traspare ''la
loro comune ricerca dell'assoluto inteso non come perfezione
artistica, ma come possibilità di rendere il visibile, da un
punto di vista artistico''.
Nel 1957 Soshana fu invitata dal Ministero della Cultura
cinese a esporre al Palazzo Imperiale di Pechino. Nel 1959
visitò e ritrasse Albert Schweitzer in Gabon. Nel frattempo,
avvicinatasi al movimento d' avanguardia europeo CoBrA, si pose
nel contesto dell'arte informale e astratta. Viaggiò in Messico,
Caraibi, Thailandia, Bali, Australia, India, Nepal, Afghanistan
e Iraq. Nel 1972 si trasferì prima in Israele e poi a New York.
Negli anni Ottanta tornò nella sua Vienna, dove è morta nel
2009. (ANSA).
Mostre: Soshana e Giacometti, i volti raccontano
A Stampa, in Svizzera, l'intenso rapporto tra i due artisti