(ANSA) - ROMA, 30 GIU -
Due anelli intrecciati, simbolo di amore coniugale, che segnano l'ingresso in una architettura poetica e multisensoriale, dominata dalla materia ma anche dalla luce e dall'acqua, uno spazio sacro di meditazione nella campagna trevigiana, pensato per accogliere ogni uomo e ogni religione. Sarà visitabile liberamente dall'8 luglio uno dei capolavori dell'architettura novecentesca, il Memoriale Brion a San Vito di Altivole (Tv), ultima opera concepita da Carlo Scarpa che ora viene donata dalla famiglia Brion al Fai - Fondo per l'Ambiente Italiano. Il monumento, che diventa il 70esimo bene del Fai, è stato donato per volontà di Ennio e Donatella Brion, la cui madre Onorina Brion Tomasin aveva commissionato all'architetto veneziano la realizzazione di un cimitero di famiglia in memoria del marito defunto, l'imprenditore Giuseppe Brion, fondatore e proprietario della Brionvega. Per il complesso funerario, ogni anno già visitato da migliaia di persone per la sua straordinaria particolarità, inizia dunque un nuovo corso, con il Fai che si assume l'onore e l'onere della manutenzione, della gestione e della valorizzazione del monumento: un'iniziativa importante, presentata questa mattina al Maxxi di Roma, museo dove è conservato l'intero Archivio Carlo Scarpa, e quindi anche il patrimonio di 1583 elaborati grafici, disegni e quaderni che rappresentano l'intera opera in ogni minimo dettaglio. "C'è una convergenza di obiettivi tra noi e il Fai: il Memoriale fonde forme e simboli di tutte le religioni, ed è una sintesi sublime della ricerca di Scarpa", afferma la presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri", "continueremo a valorizzare l'Archivio e il monumento". "Il Memoriale è simbolo dell'identità del territorio di Altivole, ed è un luogo dello spirito: lì c'è una vita sospesa che va goduta per capire il monumento", dice Marco Magnifico, presidente del Fai, lanciando l'idea di "istituire un appuntamento annuale con una messa da celebrare nel luogo ogni 28 novembre, giorno della morte di Scarpa". Realizzato tra 1970 e il 1978, anno della morte dell'architetto in Giappone, sottoposto a un completo e profondo restauro concluso nel 2021 e durato tre anni (il primo conservativo e scientifico, basato sulla documentazione d'archivio, commissionato da Ennio Brion e curato dall'architetto Guido Pietropoli, collaboratore di Carlo Scarpa nella costruzione del Memoriale), il complesso funerario si estende su un'area di circa 2000mq, delimitata da un muro inclinato che permette di ammirare il paesaggio circostante. Tra prati e vasche coperte di ninfee, sorgono 4 edifici: fulcro del sito è l'arcosolio, un arco-ponte in cemento rivestito da tessere di vetro con retrostante foglia di alloro, che protegge i sarcofagi inclinati di Giuseppe e Onorina Brion. Tra le opere più complesse, originali, significative e care di Scarpa (all'interno anche la tomba dello stesso architetto che qui chiese di essere sepolto), il Memoriale - nel quale il Fai a partire da settembre organizzerà anche visite guidate su prenotazione - invita a riflettere sulla vita e sulla morte, e colpisce per l'incredibile apparato iconografico di cui è dotato, fondato su culture diverse, dal mondo paleocristiano a quello giapponese. Un luogo aperto a tutti, che fa della sacralità, della pace e dell'armonia i suoi elementi distintivi, e la cui architettura enigmatica comunica la sua potenza non tanto al primo sguardo, quanto nel momento in cui la si percorre.
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