Depero e Boccioni, certo. I grandi del Futurismo e altri nomi di spicco come Giulio d' Anna, Roberto Baldessari o Uberto Bonetti hanno messo il treno al centro della scena come simbolo della velocità e della dinamismo inneggiati dal movimento creato da Filippo Tommaso Marinetti.
La minuscola galleria a due passi da piazza di Spagna racconta questa pagina particolare del Futurismo con una trentina di opere, tra le quali alcuni capolavori che non sfigurerebbero nei grandi musei. Maurizio Scudiero, specialista del genere e in particolare di Fortunato Depero di cui cura a Rovereto l' archivio, nel testo in catalogo ricorda che ''nel treno troviamo il vero Dna del Futurismo'', proprio perchè a differenza dei ritratti dinamici o dei paesaggi scomposti il treno racchiude gli effetti propriamente futuristi del dinamismo e della simultaneità connessi alla velocità. I convogli compaiono nel pannello degli Stati d' animo di Boccioni (1911) e vengono evocati dalla folla della Metropolitana di New York che Depero - ''il più statico dei futuristi'' - mise su tela nel 1930. Di Baldessari spicca il 'treno+luce+velocità' del 1916, mentre Carrà nel 1913 non dipinge il mezzo ma la Sintesi di un paesaggio di velocità da un treno. Del siciliano Giulio D' Anna è il numero maggiore di opere dai colori sgargianti, accanto alle tempere e collage degli anni Venti di Vinicio Paladini, al dinamico Treno in corsa di Pippo Rizzo (1939), alle frenetiche Locomotive a vapore di Uberto Bonetti, che hanno quasi un secolo ma sembrano uscite dalla mano di un illustratore contemporaneo.
(ANSA).
Le rotaie del Futurismo. Il treno celebrato dall'Avanguardia
In una galleria romana arte e dinamismo di locomotive e convogli