(ANSA) - NAPOLI, 19 GIU - Furono fra le famiglie
aristocratiche più insigni, e non solo nel Regno di Napoli, in
particolare a cavallo fra il XV e il XX secolo: parliamo dei
d'Avalos, condottieri, feudatari, uomini e donne di cultura e
d'azione. Questo lungo arco di storia si trova racchiuso nel
grande archivio di famiglia, salvaguardato a fine 2019 da una
azione di recupero ad opera della Soprintendenza archivistica e
bibliografica della Campania, diretta da Gabriele Capone, col
sostegno del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio
Culturale di Napoli.
Si tratta di oltre 150 casse, il cui inventario analitico
occupa circa 500 pagine e ha impegnato un pool di 15 giovani
archivisti e paleografi, procedendo anche a una parziale
digitalizzazione dei documenti. Ciò al fine di evitare
dispersioni e deterioramento dell'archivio. Grazie alla Rassegna
"Carte in Arte. Storie e vicende tratte dagli Archivi
napoletani", finanziata dalla Regione nell'ambito del "Piano
strategico per la Cultura e i Beni Culturali 2022-Sistema
Mostre", è stata allestita una mostra documentaria - inaugurata
con l'intervento del governatore Vincenzo De Luca e tratta dal
corpus dell'archivio gentilizio familiare, mai esposto al
pubblico - intitolata "i d'Avalos. Nel segno del potere", curata
da Gabriele Capone e Paola Vona, dove viene presentata una
selezione degli esemplari più significativi di pergamene anche
miniate, lettere persino cifrate, piantine di possedimenti,
cabrei acquerellati, rescritti e donazioni reali, documenti
contabili riguardanti gli immensi feudi familiari. Una
esposizione che offre la conferma della posizione di supremazia
di questa famiglia, gradita e re e a imperatori, che ne
accrebbero continuamente l'influenza.
La mostra, insieme con la presentazione dell'inventario
dell'archivio, è stata inaugurata nella Soprintendenza
archivistica e bibliografica, a Palazzo Carafa, nel Salone delle
Feste restaurato e rimarrà aperta fino al 29 settembre. (ANSA).
Inaugurata mostra sui d'Avalos, famiglia nel segno del potere
Napoli, esposti fino al 29 settembre documenti archivio salvato