(ANSA) - ROMA, 05 OTT - La Lucrezia, opera attribuita al
Guercino, tornerà al suo antico splendore grazie al restauro che
verrà reso possibile dal progetto di collaborazione tra
l'Associazione Civita e le Gallerie Nazionali di Arte Antica
grazie a proventi derivanti della vendita di vino.
Nel corso del prossimo anno l'opera verrà infatti restaurata
con Vino Civitas, il progetto promosso dall'Associazione Civita
in partnership con la Tenuta Caparzo di Montalcino con cui è
stata sperimentata questa formula innovativa per legare
l'attività vitivinicola al mondo della cultura. Ogni anno
infatti, grazie a una parte dei proventi della vendita del vino
Civitas, viene restaurata un'opera d'arte individuata
dall'Associazione. A partire dal 2019 l'iniziativa coinvolge
anche le Gallerie Nazionali di Arte Antica che hanno beneficiato
dei proventi raccolti per il restauro di opere delle loro
straordinarie collezioni di Palazzo Barberini e della Galleria
Corsini.
La Lucrezia è stata recuperata di recente dal ministero degli
Esteri, cui era stata concessa in deposito addirittura dal 1929:
è un'opera sostanzialmente inedita, che costituisce l'unica
versione completa esistente di una composizione di Guercino nota
solo in esemplari parziali e il cui restauro potrebbe finalmente
chiarire la storia e l'attribuzione.
Sono vari i restauri già effettuati grazie a questa formula:
tra quelli conclusi i più sorprendenti sono quelli della Madonna
del Latte di Bartolomé Esteban Murillo, che ha permesso di
scoprire al di sotto dell'attuale strato pittorico la figura di
un San Francesco inginocchiato, o quello sull'imponente Console
con teste femminili di Palazzo Corsini, uno dei più ricchi ed
elaborati arredi settecenteschi della collezione; i più recenti,
ancora in corso, sul Sant'Onofrio di Battistello Caracciolo e
sul Tributo della Moneta di Luca Giordano. Il primo, ormai quasi
concluso, ha permesso ad esempio di riscoprire le cromie
argentate del santo e molti dei dettagli perduti sotto secoli di
ritocchi e vernici ingiallite, dai grani del rosario alle rocce
della grotta, dalle foglie che "vestono" il santo alle ciocche
dei suoi lunghi capelli. (ANSA).
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