(ANSA) - ROMA, 10 NOV - Un cielo per pavimento e quinte di
palazzi che scendono dall'alto a testa in giù: è la città
ideale, in quel quel mondo che dovrebbe essere capovolto, che
nel suo allestimento ospita la mostra al Maxxi di Riccardo
Dalisi, il visionario progettista, scomparso lo scorso anno,
poliedrico inventore di progetti che spaziano dall'architettura
al design, reinventando l'artigianato e dando forma e corpo alla
partecipazione e all'impegno sociale.
Dal 10 novembre il Maxxi offre una grande retrospettiva
dell'artista dal titolo programmatico: Radicalmente.
Innovatore ancorato alla rilettura della tradizione popolare
Dalisi ha esplorato percorsi e approcci che lo hanno portato,
tra i primi, ad indagare temi divenuti ormai imprescindibili,
come il nuovo concetto di città, l'attenzione all'ambiente e al
riciclo, ai materiali "poveri", alle persone, sempre animato da
un fondamento etico.
La retrospettiva sull'artista ricomprende l'evolversi del suo
lavoro: dai laboratori creativi con i bambini di Napoli, al
design "ultrapoverissimo", (sculture, lumi e oggetti di latta),
dall'architettura costruita (come la Borsa Merci di Napoli o gli
interventi di "restauro creativo" nei paesi dell'Irpinia
terremotata) a quella immaginata, con progetti visionari e
irrealizzabili che evocano un mondo surreale.
Tra le sue opere spicca la Sedia del cece, serie di disegni
che per la prima volta vengono esposti e che prendono spunto da
una piccola sedia realizzata da una bambina napoletana, con
legno di scarto e una molletta per i panni, su cui è adagiato un
cece. Una "favola" alla rovescia che Dalisi chiese di
"raccontare", tra gli altri, a Andy Warhol, Joseph Beuys,
Ettore Sottsass, Enzo Mari, Bruno Munari, Paolo Portoghesi.
E ci sono le rielaborazioni della caffettiera napoletana, il
lavoro di ricerca per l'azienda Alessi, premiato con il Compasso
d'Oro, che ha generato, oltre a un modello andato in produzione,
centinaia di oggetti a metà tra la caffettiera e la marionetta.
(ANSA).
Il riscatto di Dalisi, il Maxxi omaggia il designer radicale
A Roma i lavori dell'eclettico progettista "ultrapoverista"