Cultura

Resti di un antico ponte romano in sito archeologico in Albania

Progetto di scavo a Butrinto promosso dall'Università di Bologna

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 13 NOV - I resti sommersi di un antico ponte di età romana e una struttura, in parte crollata, con pavimenti decorati da tessere di mosaico, sempre di età romana ma utilizzata a lungo, anche in epoca tardo-antica e medievale: sono le nuove sorprese regalate dal sito archeologico di Butrinto, in Albania. Promosso dall'Università di Bologna, con il dipartimento di Storia culture civiltà, e dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, in accordo con l'Istituto di archeologia di Tirana e con il parco nazionale di Butrinto, il progetto di scavo e di indagine è nato nel 2015 e da allora ha lanciato una serie di missioni per riscoprire le molte testimonianze di questa ricca città dell'antico Epiro. Le campagne di scavo di quest'anno hanno portato alla luce una struttura ancora ben conservata, con segni di una lunga e stratificata frequentazione, e hanno permesso di documentare per la prima volta con fotografie e rilievi topografici i piloni di un ponte di età romana che collegava il promontorio su cui sorgeva l'antico centro abitato con la piana di Vrina.
    È dal 2019 che il gruppo di ricerca - guidato da Enrico Giorgi dell'Università di Bologna e da Belisa Muka dell'Istituto di archeologia di Tirana - è impegnato nello scavo stratigrafico dell'acropoli. Nel corso di diverse campagne di scavo sono venute alla luce svariate testimonianze della lunga vita del sito, abitato quasi senza soluzione di continuità dalla fine dell'età del Bronzo fino al XVIII secolo. Se nel 2021 le ricerche avevano documentato la prima fase di strutturazione del sito in età arcaica, probabilmente incentrato su un'area sacra circondata da imponenti mura poligonali, le due campagne di scavo di quest'anno, a giugno e a settembre, hanno fatto emergere testimonianze di momenti successivi e altrettanto importanti. Con la prossima fase di elaborazione dei dati raccolti, sarà possibile dotare il Parco di un utile strumento per pianificare le future attività di conservazione. (ANSA).
   

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