Cultura

Raffaello e Correggio a Castel Gandolfo

Due capolavori al polo Museale per le celebrazioni di Pasqua

Redazione Ansa

(ANSA) - CASTEL GANDOLFO, 25 MAR - I pellegrini e i turisti in visita al polo Museale di Castel Gandolfo hanno la possibilità di ammirare due capolavori d'arte del Cinquecento in arrivo direttamente dai Musei Vaticani: il Redentore del Correggio e l'arazzo della Pesca miracolosa di Raffaello. Le due opere inaugurano così la nuova stagione espositiva del Palazzo Papale e segnano l'inizio di un nuovo format espositivo ideato per portare le collezioni papali dal Vaticano a Castel Gandolfo.
    Chi visita il Polo Museale è accolto nella Sala dei Papi dalla mostra Raffaello. L'arazzo della Pesca miracolosa per la Cappella Sistina e, nei nuovi spazi espositivi, da Correggio. Il Redentore dei Musei Vaticani. L'arazzo della Pesca Miracolosa appartiene alla splendida serie di arazzi degli Atti degli Apostoli, commissionata da Papa Leone X a Raffaello e destinati a ornare la parte inferiore della Cappella Sistina. Il Maestro di Urbino ideò i cartoni degli arazzi, un ciclo monumentale dipinto su carta con le storie dei due apostoli Pietro e Paolo, testimoni di fede, da tradurre in grandi arazzi. Entro il 1515 i cartoni preparatori (oggi conservati in parte al Victoria and Albert Museum di Londra) erano pronti per essere spediti a Bruxelles presso la bottega del Van Aelst, dove sarebbero stati trasformati in raffinati panni ad arazzo, ricchi di preziosi filati dorati e argentati. Nel 1519, sette dei dieci arazzi, giunsero a Roma, dove vennero esposti nella Cappella Sistina il 26 dicembre 1519. Il Redentore in gloria del Correggio, olio su tela di medie dimensioni, collocato nella sala IX della Pinacoteca Vaticana, costituiva in origine la parte sporgente del Trittico dell'Umanità di Cristo, dipinto dal maestro emiliano intorno al 1525 per l'altare maggiore della Chiesa di Santa Maria della Misericordia a Correggio. Nell'ultimo restauro dell'opera, completato nel 2011 da Claudio Rossi de Gasperis, è riemersa la straordinaria abilità del maestro nel creare delicati passaggi tonali e sfumature di colore, secondo una maniera tipica di Leonardo e poi di Giorgione e che si pone in contrasto con la massima luce bianca che emana la ieratica figura di Cristo. (ANSA).
   

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