Cultura

I 150 anni dell'Impressionismo, in Italia l'unica donna

Da Genova a Roma, tra Milano e Padova gli appuntamenti

Redazione Ansa

È il 15 aprile del 1874 quando a Parigi 30 giovani pittori, rifiutati dal Salon ufficiale che riuniva artisti legati all'Académie des Beaux-Arts per il loro uso estremo del colore e stravolgimento delle forme dai canoni tradizionali, espongono 63 opere nello studio del fotografo Felix Nadar in Boulevard des Capucines 35. Tra loro Claude Monet e Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas e Camille Pissarro, Alfred Sisley e Paul Cézanne, tanto per fare qualche nome. Quelle stesse opere e molte altre - in tutto 130 - saranno ora nella mostra ''Parigi 1874. L'istante impressionista'' al Musee d'Orsay, che degli Impressionisti già possiede la maggiore collezione al mondo - fino al 14 luglio. Mostra in collaborazione con Musée de l'Orangerie e National Gallery of Art di Washington che rappresenta il cuore pulsante delle celebrazioni in tutto il mondo in occasione dei 150 anni del movimento artistico più rivoluzionario e anche più amato, della storia dell'arte.
    GENOVA Che quel gruppetto di geni abbia cambiato per sempre il modo di affrontare l'espressione artistica è noto, mento noto è che tra loro ci fosse una sola donna. Si chiamava Berthe Morisot e il Palazzo Ducale di Genova le dedica dall'11 ottobre al 23 febbraio la prima mostra in Italia, insomma ci sono voluti 150 anni nonostante la fortuna enorme del movimento a scoprire che c'era anche una figura femminile. La mostra, di Marianne Mathieu, "Impression, Morisot" è organizzata in collaborazione con il Museo di Belle Arti di Nizza e rappresenta un vero e proprio evento, che riserva alcune novità scientifiche correlate ai soggiorni sulla Riviera e all'influenza sulla sua opera.
    Attraverso più di 80 opere, documenti fotografici e d'archivio l'esposizione ripercorrerà, toccando aspetti inediti, l'intera carriera e vita privata dell'artista, che ha condiviso il suo percorso intimo, familiare e professionale non solo con i più grandi artisti dell'epoca, ma anche con figure di intellettuali quali Stéphane Mallarmé ed Emile Zola.
    Ma ovviamente quello di Genova, se il più innovativo, non sarà l'unico appuntamento italiano per celebrare l'espressionismo.
    A ROMA, ''Impressionisti - L'alba della modernità'' è l'antologica al Museo storico della fanteria (fino al 28 luglio) , con oltre 160 opere di 66 artisti, tra i quali spiccano Degas, Manet, Renoir e l'italiano De Nittis. Antologica dal taglio originale divisa in tre sezioni (Da Ingres a L'Ecole de Barbizon, i fermenti dell'Impressionismo; L'Impressionismo; e L'eredita' dell'Impressionismo), la mostra, prodotta da Navigare srl, abbraccia un arco temporale che va dall'inizio dell'Ottocento, con opere di Ingres, Corot, Delcroix e Dore' , tutte provenienti da collezioni private italiane e francesi, arrivando agli eredi Toulouse-Lautrec, Permeke, Derain, Dufy e Vlamininck, per concludersi al 1968 con un'acquaforte di Pablo Picasso.
    MILANO festeggia i 150 anni a Palazzo Reale dove, fino al 30 giugno si potrà visitare la grande mostra che pone a confronto le personalità e le opere di due pittori come Paul Cezanne e Pierre-Auguste Renoir. Cinquantadue capolavori, dalle prime tele degli anni '70 dell'Ottocento ai primi del Novecento, raccolte dal mercante d'arte Paul Guillaume (1891-1934), e poi confluite nelle collezioni del Muse' e d'Orsay e del Muse' e de l'Orangerie di Parigi. E' curata da Cecile Girardeau, conservatrice al Musee de l'Orangerie di Parigi, e Stefano Zuffi, storico dell'arte, con la collaborazione di Alice Marsal, responsabile degli archivi e della documentazione de l'Orangerie.
    PADOVA Al lungo viaggio nella pittura e nella natura compiuto dal padre dell'Impressionismo, attraverso una sessantina di opere, è dedicata la mostra Monet. Capolavori dal Musee Marmottan Monet di Parigi, allestita al Centro Culturale Altinate-San Gaetano, a Padova, fino al 14 luglio, promossa dal Comune in collaborazione con il museo e prodotta da Arthemisia (catalogo Skira).
    L'esposizione prende avvio da una dimensione intima dell'artista legata alle opere di famiglia - sorprendente un piccolo ritratto del figlio Michel, di appena due anni, realizzato nel 1880; lo stesso che nel 1966 donerà al museo parigino le tele presenti nell'atelier e la raccolta personale del padre - o ai lavori di altri artisti (Rodin, Renoir, de Severac, Durand, Paulin) raccolti nel tempo e che Monet custodiva nella sua casa a Giverny. (ANSA).
   

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