(ANSA) - IL CAIRO, 17 MAG - Un Paese che è già un museo in
sè, ma che, visto da occhi esperti, si scopre anche culla della
museologia ergendosi ad esempio globale di conservazione e di
modernità, dalle piramidi di cinquemila anni fa alla
avveniristica piramide all'ingresso del Gem, quello che quando
sarà completato sarà il più grande, completo e avveniristico
museo egizio di sempre. Lo sguardo è quello di Andrea Lauria,
esperto di musei, scrittore e docente a Tor Vergata e alla
Temple University di Roma, invitato al Cairo dall'Istituto
italiano di Cultura per una conferenza dal titolo 'Dal
colonialismo museografico al fenomeno globale degli Hypermusei
in Egitto, a pochi giorni dalla Giornata internazionale dei
musei.
"In Egitto è nato il primo museo del mondo nel terzo secolo
prima di Cristo - ha ricordato Lauria - quel Museion eretto ad
Alessandria d'Egitto per iniziativa di Tolomeo II Philadelphus,
in omaggio alle Muse, figlie di Zeus. Occorre arrivare al 15/o
secolo per cominciare a vedere le prime collezioni d'arte in
Europa". Ma fu solo nel secolo dopo che si sentì il bisogno di
affidare le opere ad un contenitore adeguato, e così nacquero le
prime Gallerie nei palazzi nobiliari.
Nel 18/o secolo 'Europa degli enciclopedisti cominciò a
considerare il Museo come un patrimonio statale funzionale al
progresso della società, al pari della scuola. Nascono così, tra
gli altri, i Musei Capitolini di Roma (1734), il British Museum
di Londra (1771), il Castello del Belvedere a Vienna (1781), il
Louvre di Parigi (1793).
Comincia allora a formarsi l'idea che un Museo dovesse essere
un edificio progettato e costruito secondo precisi criteri,
adatti agli oggetti da contenere, un concetto giunto fino a noi
ma in continua trasformazione. Fortissimo, ovunque, il primo
influsso greco-romano, con le colonne antistanti quasi tutti i
musei costruiti nell'800. Il prototipo, anche qui, è il Museo
greco-romano di Alessadria d'Egitto progettato nel 1895
dall'italiano Giuseppe Botti. E' di ispirazione francese e
neoclassica, invece, il Museo egizio del Cairo, a tutt'oggi il
più grande e ricco di oggetti del mondo, inaugurato nel 1902.
Da lì in poi la museologia egiziana prende un altro corso:
finita la colonizzazione inglese negli anni '20-30, i musei
egiziani tornano alle origini, mostrando forme più affini alla
propria storia: "Nel '62 ad esempio - racconta Lauria - vede la
luce un piccolo gioiello poco visitato, il museo Mahmoud Mukhtar
del Cairo, il cui edificio riprende il severo colonnato
dell'ingresso alla necropoli". Ma non è il solo a riesumare le
forme più antiche e originali
Intanto però il mondo viaggia verso la globalizzazione e
anche il Museo cambia di nuovo volto. A rivoluzionarne il
concetto è il Guggenheim di New York, nel 1959. Quello che
conta, ora, è più il contenitore progettato da Frank Lloyd
Wright che non il contenuto. Non solo, il marchio diventa una
sorta di franchising che favorisce scambi e contaminazioni, più
che la conservazione dell'antico. Una strada che favorisce la
diffusione dell'idea museo anche in città e Paesi senza
particolare attenzione all'antico e desiderosi di recuperare e
possibilmente superare il prestigio dei musei classici.
Nascono così i colossi delle archistar, e si arriva agli
Hypermusei del Golfo. Nascono uno dopo l'altro, negli ultimi 10
anni: il Louvre Abu Dhabi e il Museo nazionale del Qatar a Doha,
entrambi opera del francese Jean Nouvel e lo Sheikh Abullah Al
Salem Cultural center di Kuwait city, frutto del lavoro degli
architetti dell'Ssh, un grande studio emiratino.
"Di tutta questa tendenza, il Grand Egyptian Museum di Giza,
a un passo dalle piramidi alle porte del Cairo, promette di
essere l'apoteosi - ha osservato Lauria - il massimo di tutto:
dell'ineguagliabilità del contenuto, della modernità
dell'edificio, progettato dalla Heneghan Peng di Dublino, della
localizzazione a un passo dalle piramidi di Giza. Grande sarà
l'emozione di poter attraversare gli immensi corridoi
ultramoderni tra le statue più antiche della storia". Una
fruizione del tutto inedita che il mondo attende da tempo, se si
pensa che la prima pietra fu posata nel 2002 dall' allora
presidente egiziano Hosni Mubarak. Da allora i rovesci della
storia ne hanno rimandato l'apertura, ora avvenuta solo per la
hall di ingresso, mentre a regime, non si sa ancora quando,
dovrebbe contenere 5.398 manufatti ora al Museo del Cairo, la
collezione completa della tomba di Tutankhamon e reperti scelti
dai musei egizi di tutto il Paese. (ANSA).
Dalle piramidi all'Hypermuseo, Egitto culla della conservazione
Il museologo Lauria all'Istituto di Cultura del Cairo