Cultura

Riapre la Chiesa di Santa Maria del soccorso ad Ortezzano

Patrimonio d'arte restaurato, fondi per ricostruzione post sisma

Redazione Ansa

(ANSA) - FERMO, 10 GIU - La Chiesa di Santa Maria del Soccorso, nel centro storico di Ortezzano, gravemente danneggiata dal sisma del 2016, torna a splendere. Restauro e consolidamento sismico sono stati finanziati, con oltre 150mila euro, dal commissario straordinario del governo per la ricostruzione, nell'ambito del piano finalizzato a garantire la continuità dell'esercizio del culto.
    La Chiesa di Santa Maria del Soccorso venne ricostruita quasi completamente nel 1450, sopra l'antica chiesa di Santa Maria delle Grazie, andata distrutta e di cui conserva ancora i resti di un affresco del 1323 dipinto dal monaco benedettino Giacinto di Morro di Valle. I lavori principali, in questo caso, hanno riguardato la copertura e il consolidamento di murature e intonaci, nonché l'inserimento di catene.
    L'edificio, che ha pianta a croce greca, venne ingrandito nel 1585, poi nuovamente nel 1759, anno a cui risale il campanile, e infine nel 1956 quando venne costruita la cappellina della Madonna. La chiesa antica aveva un solo altare, ma dal 1728 gli altari sono tre di cui il maggiore ornato da una tavola del pittore monterubbianese Vincenzo Pagani, raffigurante la Madonna in trono col Bambino e i santi Girolamo, Sebastiano, Francesco e Agostino.
    Tra le opere d'arte al suo interno, una tela di Carlo Maratta con iconografia di Santa Maria del Carmelo con i santi Luigi di Francia, Francesco, Antonio da Padova e le sante Apollonia e Lucia, una Via Crucis di Antonio Liozzi, di scuola romana del XVIII secolo, e un organo del 1747 dell'ortezzanese Giuseppe Attili. Sul campanile suonano le campane risalenti al 1504 e 1591, sopra ad esso e sulla cuspide vi è stata posta una croce di Lorena a due bracci: particolare dovuto al patrono delle Confraternite San Luigi IX re francese, proveniente dalla casa dei Lorena.
    La comunità di Ortezzano è dunque in festa per la riapertura della chiesa quattrocentesca. Per celebrare è intervenuto l'arcivescovo metropolita di Fermo, monsignor Rocco Pennacchio, il priore della confraternita SS. Spirito e Sacramento Giuseppe Malaspina, e il parroco Don Marino Ramadori. L'Arcidiocesi di Fermo è il soggetto attuatore dei lavori.
    L'intervento - spiegano i progettisti, l'architetto Dania Cataldi e l'ingegnere Vincenzo Mammarella - non è stato un semplice adeguamento delle strutture alle azioni sismiche, ma "un più ampio progetto di restauro e risanamento globale dell'edificio monumentale", con un approccio interdisciplinare che ha consentito di ottenere "opportuni livelli di sicurezza da un punto di vista strutturale nel pieno rispetto del pregio architettonico dell'edificio". (ANSA).
   

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