Cultura

La National Gallery e Pissarro arrivano al cinema in autunno

La grande arte raccontata attraverso esperti e amatori

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 02 LUG - L'arte torna nelle sale. A ottobre e novembre usciranno "National Gallery 200", in occasione del bicentenario del museo londinese, e "Pissarro. Il padre dell'impressionismo", che racconta invece la vita del padre dell'impressionismo, Camille Pissarro, attraverso lettere intime, archivi e la retrospettiva dell'Ashmolean di Oxford a lui dedicata. Entrambi sono parte del progetto "La Grande Arte al Cinema" di Nexo Studios. La prima pellicola, diretta da Ali Ray e Phil Grabsky, sarà al cinema il 22 e 23 ottobre.
    Si tratta di un tuffo in una delle più grandi gallerie d'arte al mondo attraverso le storie di chi la vive nella quotidianità e si è sentito toccato dalle sue opere. Senza dimenticare nessuno.
    A parlare, dunque, ci saranno dal visitatore comune alla celebrità, dalla guardia di sicurezza al direttore della galleria. Fino ad arrivare alla principessa Eugenie, la secondogenita di Andrea, duca di York e di Sarah Ferguson. Tra le voci, quelle della giornalista Claudia Winkleman, dell'attore Michael Palin, del regista Terry Gilliam e della scrittrice Jacqueline Wilson. Ciascuno di loro racconta il proprio legame con la National Gallery e l'opera a cui si sente più legato o legata.
    "Pissarro. Il padre dell'impressionismo", nelle sale il 19 e il 20 novembre e diretto da David Bickerstaff, rivela invece allo spettatore il percorso e l'opera di Pissarro attraverso la sua arte e alcuni documenti, come la sua corrispondenza con gli amici e il suo archivio conservato presso l'università di Parigi. Ma a raccontarlo ci sono anche la retrospettiva a lui dedicata in quattro decenni dall'Ashmolean di Oxford e le opere della mostra tenutasi al Kunstmuseum di Basilea. Per farlo, sono stati intervistati gli esperti dell'Ashmolean (Alexander Sturgis, Colin Harrison, Agnes Valenčak) e del Kunstmuseum (Josef Helfenstein, Jelle Imkampe, Olga Osadtsch), oltre a Claire Durand-Ruel dell'omonimo archivio parigino. (ANSA).
   

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